Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato la sesta edizione del rapporto di monitoraggio delle iniziative e misure a favore delle Micro Pmi adottate in attuazione dello Small Business Act (scarica qui il Rapporto 2015).
Stefano Firpo, direttore generale Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le Piccole e Medie imprese del Ministero dello Sviluppo Economico, nell’introduzione al Rapporto spiega che “per sostenere la crescita e lo sviluppo economico delle pmi italiane il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito della più ampia azione del Governo, nel corso del 2014 e del primo semestre del 2015 ha puntato su tre leve fondamentali: lo stimolo agli investimenti produttivi, con particolare enfasi su quelli in innovazione, ricerca e sviluppo, la modernizzazione della finanza d’impresa e il rafforzamento della proiezione internazionale del sistema produttivo”.
Firpo ricorda che “la promozione degli investimenti produttivi è stata perseguita introducendo un credito di imposta del 15% sugli investimenti aggiuntivi in beni strumentali (cd. “Guidi-Padoan”) e rafforzando una misura consolidata come la Sabatini, che prevede finanziamenti a tassi agevolati per l’acquisto di beni strumentali, corredata anche di una garanzia pubblica”.
Inoltre, “sul fronte della promozione dell’innovazione tecnologica, con il Decreto Investment Compact, è stata in primo luogo attribuita alle pmi innovative la gran parte dei benefici disposti a favore delle startup innovative ai sensi del D.L. n. 179/2012, in modo da valorizzare l’innovazione tecnologica anche nelle fasi successive a quella di startup e sostenere i percorsi di innovazione intrapresi delle PMI. Nel contempo, con la Legge di Stabilità 2015, è stata riscritta la disciplina del credito di imposta per ricerca e sviluppo introdotta dal Decreto Destinazione Italia, disegnandola sulle esigenze delle pmi e valorizzando l’utilizzo di competenze altamente qualificate e i processi di open innovation attraverso la collaborazione con altre imprese innovative, università e centri di ricerca Infine è stato introdotto un inedito regime di tassazione agevolata per tutti i redditi derivanti dall’utilizzo di brevetti, know-how, disegni e modelli industriali e marchi commerciali (Patent Box). Detti interventi sono stati approvati in un contesto di forte slancio del Governo a favore dell’innovazione delle imprese italiane: si pensi ad esempio al nuovo Piano Nazionale per la banda ultralarga e alla Strategia per la crescita digitale”.
Quanto al fronte della modernizzazione della finanza aziendale, “spiccano gli interventi volti a facilitare ulteriormente l’emissione di minibond e cambiali finanziarie da parte delle pmi e a consentire l’apertura di canali di finanziamento creditizio alternativi a quelli bancari, con la possibilità da parte di compagnie di assicurazione, società di cartolarizzazione e fondi di credito di fare credito diretto alle imprese. In questo contesto, il Fondo di garanzia per le pmi ha potenziato il suo ambito di intervento: da un lato, è stato previsto che esso possa impegnare risorse ingenti per concedere garanzie su minibond o portafogli di minibond, con un effetto leva stimato in quasi un miliardo di euro di nuovi finanziamenti; dall’altro, la copertura del Fondo è stata estesa ai portafogli di crediti esistenti e ai finanziamenti da parte di compagnie di assicurazione e fondi di credito”.
Degno di nota, sottolinea ancora Firpo, è “anche l’intervento teso a potenziare l’Ace, ovvero l’incentivo fiscale alla patrimonializzazione d’impresa, che potrà essere fruito anche a valere sull’imponibile Irap, a vantaggio di quelle imprese che, pur in una situazione di marginalità ridotta, decidono di ricapitalizzarsi. Quanto al rafforzamento della proiezione internazionale delle imprese e della capacità del sistema Paese di attrarre investimenti esteri, è stato messo a punto il Piano straordinario per il Made in Italy. Con esso si è inteso dare un forte segnale alle nostre imprese incoraggiandole e sostenendole nella ricerca di mercati al di fuori dei confini nazionali, soprattutto verso l’area dei Paesi Bric. Il Piano si pone la finalità di ampliare il numero delle imprese esportatrici (soprattutto di piccole e medie dimensioni) di almeno 20 mila unità, di espandere il valore della quota italiana del commercio internazionale (di almeno 50 miliardi di euro), di valorizzare l’immagine del Made in Italy nel mondo e la capacità distributiva del nostro tessuto di pmi”.