E’ on line nella sezione WebTv di BeBeez la registrazione della terza delle Pillole di Finanza Agevolata proposte da BeBeez in collaborazione con gFinance, dedicate alle opportunità di finanziamento dedicate alle imprese messe a disposizione di Unione Europea ed enti pubblici italiani.
Questa pillola è dedicata alla Nuova Legge Sabatini. Ne parla Marco Bortoli, partner di gFinance. Il video è inoltre visibile sui canali You Tube e Google+ di BeBeez.
Lo strumento introdotto nel 2013 è finalizzato ad accrescere la competitività delle pmi e migliorarne l’accesso al credito per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature.continua a catalizzare grande interesse tra le imprese di tutte le dimensioni. Le ultime statistiche aggiornate dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) indicano che a fine ottobre risultavano deliberati finanziamenti per 2,13 miliardi di euro a imprese a fronte dei quali erano stati richiesti contributi dalla Nuova Sabatini e che 6.195 imprese hanno ottenuto 150,1 milioni di euro di contributi (scarica qui le statistiche di ottobre).
Lo strumento agevolativo di cui stiamo parlando non ha nulla a che vedere con la Legge Sabatini che per diversi anni nel passato è stato utilizzato per agevolare l’acquisto di beni strumentali. La vecchia Saabatini prevedeva una struttura piuttosto pesante basata sullo sconto di cambiali e l’obbligo di passaggio dal notaio. La Nuova Sabatini non è niente di tutto questo. Per accedere alle agevolazioni è sufficiente ottenere un mutuo o un leasing per l’acquisto di beni strumentali.
Nel dettaglio, Cdp ha costituito un plafond di risorse che le banche aderenti alle convenzioni MiSE-ABI-Cdp o le società di leasing, se in possesso di garanzia rilasciata da una banca aderente alle convenzioni, possono utilizzare per concedere alle pmi, fino al 31 dicembre 2016, finanziamenti di importo compreso tra 20 mila euro e 2 milioni di euro a fronte degli investimenti previsti dalla misura.
Il Mise concede un contributo in favore delle pmi, che copre parte degli interessi a carico delle imprese sui finanziamenti bancari di cui al punto 1, in relazione agli investimenti realizzati. Tale contributo è pari all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del 2,75% annuo per cinque anni.
In altri termini, il contributo a fondo perduto è pari al valore degli interessi che l’impresa pagherebbe se il mutuo o il leasing avesse un piano di ammortamento con rata semestrale al tasso 2,75% annuo per una durata di cinque anni. A prescindere dall’effettivo tasso di interesse pattuito nel contratto di mutuo o di leasing, che è stipulato a condizioni di mercato e pertanto potrà essere inferiore o maggiore di 2,75% a seconda del rating assegnato all’impresa, il Ministero concede un contributo a copertura degli interessi pari al 2,75%.
Quindi nel caso in cui l’impresa riesca a ottenere dalla banca condizioni più favorevoli rispetto al 2,75%, l’impresa avrà un differenziale tra contributo concesso dal ministero e interessi pagati alla banca positivo, cioè il valore del contributo a fondo perduto non solo copre l’intero ammontare degli interessi pagati ma copre una parte della quota capitale da rimborsare.
Nel caso in cui invece l’impresa non riesca a ottenere dalla banca condizioni più favorevoli rispetto al 2,75%, l’impresa avrà un differenziale tra contributo concesso dal ministero e interessi pagati alla banca nullo o negativo, cioè il valore del contributo a fondo perduto coprirà del tutto o parzialmente l’intero ammontare degli interessi pagati alla banca.
Si tratta di un operazione in cui vincono tutti. La banca è libera di operare a condizioni di mercato (che dovrebbero essere comunque calmierate dalla presenza della provvista di Cdp e dell’eventuale garanzia pubblica); l’impresa riceve un contributo anche nel caso in cui riesca ad ottenere dalla banca un tasso quasi zero; e lo Stato realizza il suo obiettivo che è quello di incrementare gli investimenti delle imprese in beni strumentali
L’investimento può riguardare l’acquisto o l’acquisizione di leasing di uno o più macchinari, impianti, attrezzature, le tecnologie digitali e in generale tutti i beni classificabili nello stato patrimoniale nelle seguenti sottocategorie delle immobilizzazioni materiali: BII 2 impianti e macchinari; BII3 attrezzature industriali e commerciali; BII4 Atri beni, purchè : siano nuovi di fabbrica, siano strumentali all’attività di impresa e non siano una mera sostituzione dei beni esistenti.
L’impresa può presentare domande di finanziamento a diverse banche e intermediari finanziari purchè relative a investimenti diversi e a condizione che il valore complessivo dei finanziamenti sabatini concessi non superi i 2 milioni.
Per le imprese appartenenti a settori diversi da agricoltura e pesca le agevolazioni sono cumulabili con altre agevolazioni pubbliche concesse per le medesime spese, a condizione che tale cumulo non comporti il superamento delle intensità massime previste dalla legge.
Questo vincolo circa le intensità massime di aiuto non vale per il credito imposta investimenti: misura fiscale non considerata aiuto di stato che consentiva alle imprese di ottenere un credito di imposta pari al 15% del valore degli investimenti incrementali sostenuti dal 25 giugno 2014 al 30 giugno 2015. La somma dei due incentivi: Sabatini più credito Imposta Investimenti consentiva di arrivare a un contributo complessivo quasi pari al 25% a fondo perduto.
Purtroppo la misura del credito imposta al 15% è scaduta appunto lo scorso 30 giugno, ma sembra che sarà possibile cumulare la Nuova Sabatini con la nuova misura fiscale inserita nella Legge di Stabilità: il superammortamento pari al 140% del valore dei beni strumentali acquisiti da ottobre 2015 al 31 dicembre 2016.