Intermonte sim si prepara a lanciare un mercato secondario per le quote delle società finanziate in equity crowdfunding su piattaforme italiane. Lo ha annunciato a MF Milano Finanza in edicola da sabato 5 febbraio Fabrizio Barini, head of business development di Intermonte.
Barini ha spiegato infatti che “l’art. 100-ter del Testo Unico della Finanza prevede la possibilità per chi acquista quote di startup o pmi innovative tramite portali di equity crowdfunding di intestarsele personalmente oppure di interstarle fiduciariamente a un intermediario”. Ciò significa, ha proseguito Barini, che “quell’intermediario, per il monte di quote di cui è intestatario, può operare transazioni senza dover ogni volta comunicare il cambio di intestazione delle quote al Registro delle imprese, con risparmio di tempo e denaro e facilitando quindi gli eventuali scambi di quote tra azionisti che volessero cederle o acquistarle”.
Proprio a questo fine Intermonte ha già siglato un accordo con la piattaforma EquityStartUp di AssicomFidiPiemonte. “A breve sarà pubblicato il nuovo regolamento Consob relativo al settore che recepirà quanto previsto dall’Investment Compact e potremo dunque iniziare a operare anche su questo fronte”, ha aggiunto Barini.
Intermonte nel settore del crowdfunding è già attiva da tempo sia nel ruolo di advisor e di società in raccolta sia nel ruolo di intermediario presso il quale gli utenti delle piattaforme possono passare i propri ordini di acquisto. Sul fronte dell’advisory, tramite la controllata Websim, Intermonte fornisce analisi a supporto delle campagne di raccolta delle società clienti. Per esempio, Websim ha affiancato Cynny (video interattivi) nella campagna su InvestiRe (si veda altro articolo di BeBeez) e sta affiancando ora Watchy Talky (il progetto di una piattaforma di social dating al femminile) sulla piattaforma CrowdFundMe.
Intanto proprio EquityStartUp si candida a essere la piattaforma più innovativa. “Quella di AssicomFidiPiemonte sarà la prima piattaforma a essere pronta a cogliere un’ulteriore novità che sarà inserita nel nuovo Regolamento Consob”, anticipa ancora Barini, facendo riferimento al fatto che presto le piattaforme potranno attrezzarsi per svolgere loro stesse i controlli antiriciclaggio e adeguatezza che prima dovevano essere appaltati a una banca.
Questa novità renderà possibile la conclusione delle operazioni integralmente online, a condizione che i gestori si attrezzino a effettuare le verifiche necessarie (si veda altro articolo di BeBeez). Si tratta di un fatto deflagrante per il mercato, perché sinora le verifiche di appropriatezza dell’investimento ai fini Mifid potevano essere condotte soltanto dalle banche e quindi l’investitore che investisse oltre 500 euro all’anno in equity crowdfunding era tenuto ad aprire un conto corrente nella banca indicata dalla piattaforma e quindi a uno scambio di documenti cartacei. Ora, invece, si offre alle piattaforme la possibilità di condurre loro stesse la profilazione della clientela ai fini Midif, con la conseguenza che gli investitori possono semplicemente mandare un bonifico dal loro attuale conto corrente su un conto indicato dall’emittente.
A oggi il settore dell’equity crowdfunding in Italia non è ancora decollato. Le piattaforme autorizzate sono quindici (si veda la tabella fintech di questo articolo di BeBeez), ma quelle realmente operative, che hanno cioé condotto a termine con successo almeno una campagna di raccolta, sono state sinora soltanto sette (si vedano le tabelle in pagina preparate da Crowdfundingbuzz.it per MF Milano Finanza).