Il nuovo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, apre al private equity. Gli imprenditori, ha spiegato giovedì 26 maggio nel discorso di apertura della prima assemblea dell’associazione degli industriali sotto la sua guida, “devono costruire un capitalismo moderno fatto di mercato, di apertura ai capitali e di investimenti nell’industria del futuro”, ma affinché questa industria del futuro si realizzi, alle imprese sono richieste “dimensioni adeguate”. Per questo Boccia ha detto chiaro che “occorre più capitale di rischio e meno debito”». Il presidente di Confindustria sposa quindi l’idea di un ruolo più centrale del private equity, perché “non possiamo rimanere fermi per paura della perdita di controllo”.
Più nel dettaglio, Boccia ha detto. “Dobbiamo innovare i modelli di finanziamento e di governance. Il nostro obiettivo come imprenditori è raccogliere capitale adeguato ai piani di crescita industriale: più capitale di rischio, meno capitale di debito. Le imprese devono utilizzare strumenti finanziari alternativi e diventare meno bancocentriche. Tutte le imprese: grandi, medie, piccole. L’ingresso di un fondo di private equity nel nostro capitale è un’opportunità, non va guardato con timore. Abbiamo necessità di avere imprese eccellenti in ogni funzione aziendale. Non dobbiamo rimanere soggiogati dalla paura della perdita del controllo. D’altronde, le imprese somigliano un po’ ai nostri figli: se li amiamo davvero, dobbiamo lasciarli emancipare. Da parte nostra, come Confindustria, oltre a farci promotori instancabili di questo cambiamento, che è anzitutto “culturale”, studieremo proposte e azioni per favorirlo. Lavoreremo affinché al programma Elite di Borsa Italiana partecipi un numero molto più ampio di imprese, un numero che deve passare da poche centinaia a diverse migliaia”.