Time Out, il gruppo editoriale controllato da Oakley Capital, ha annunciato la prossima quotazione all’Aim di Londra( si veda Realdeals). Oakley aveva acquisito la partecipazione nel 2011 in un deal che valutava l’azienda 22 milioni di sterline e ci si aspetta che il trading sul titolo inizi il 17 prossimo, giusto qualche giorno prima del referendum sulla possibile uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, che ha messo i freni a più di una ipo. Due gli eventi da citare in proiezione della quotazione. Il primo è l’ingresso nel Consiglio di amministrazione di Sir Stuart Rose, già ceo di Mark&Spencer e advisor di Bridgepoint, oltre che presidente del comitato “Britain stronger in Europe”, il secondo è l’ingresso come cfo di Richard Boult, già direttore finanziario di BCA Marketplace. Fondata nel 1968, Time Out è un editore internazionale presente in 107 città distribuite in 39 paesi con una consolidata e forte presenza a Londra e New York. Vanta oltre 40 milioni di lettori mensili includendo tutti i media attraverso i quali viene diffusa. Time Out, con la sua rivista, fornisce ai suoi lettori informazioni sugli spettacoli e più in generale sulla cultura del luogo, integrandoli con una forte presenza web. Pubblica inoltre guide turistiche.
Actis chiude a 500 milioni di dollari la raccolta del terzo fondo opportunistico dedicato al real estate in Africa. (si veda AltAssets). Actis, fondato nel 2004, è dedicato ai mercati emergenti in Africa, Sud America e Asia. Con 12 uffici nel mondo ha 6,6 miliardi di dollari di asset in gestione dopo averne raccolti più di 9 nel tempo. Ha effettuato investimenti in più di 40 paesi e attualmente gestisce oltre 70 aziende. Tra i fatti di rilievo più importanti ci sono la vincita del primo premio come operatore di infrastrutture in Africa all’inizio dell’anno e l’acquisizione di Mundiapolis, Università di rilievo in Marocco, alla fine dello scorso mese di maggio.
Uber ha incassato altri 3,5 miliardi di dollari dagli investitori. Questo round è stato sottoscritto dal Public Investment Fund dell’Arabia Saudita (si veda TheVerge). Come parte dell’accordo, Yasir Al Rumayyan, managing director del fondo, siederà nel consiglio di amministrazione della società. Uber, per il momento continua a bruciare cash come dimostra, per esempio, il miliardo di dollari perso solo nell’ultimo anno in Cina per combattere contro i rivali locali. Questo non le ha impedito di continuare a occupare il primo posto tra le start up tecnologiche al mondo visto che una recente valutazione le attribuisce il valore di 62,5 miliardi di dollari. Uber afferma di poter contribuire allo sviluppo imprenditoriale della popolazione, ridurre la dipendenza del paese dal petrolio e semplificare la capacità di movimento dei cittadini (specialmente le donne). Il fondo sovrano saudita che ha effettuato l’investimento ha un patrimonio di circa 160 miliardi di dollari. La principessa Reema Bint Bandar Al Saud, membro della famiglia reale, è recentemente entrata a far parte dell’advisory board di Uber. La società aveva già dichiarato lo scorso anno che avrebbe investito 250 milioni di dollari in piani di espansione in Medio Oriente che aveva suscitato entusiastica approvazione da parte dei sauditi. Si ritiene che l’iniezione di denaro dei sauditi avvicini Uber alla quotazione, anche se in una recente intervista il ceo di Uber ha dichiarato che avrebbe fatto di tutto per rinviarla nel tempo. Questo fatto è stato interpretato come la necessità di posporre la quotazione al raggiungimento dell’utile di bilancio.
Qlik Technologies Inc , società americana di analisi di dati è stata comprata da Thoma Bravo per circa 3 miliardi di dollari a seguito delle pressioni sul Consiglio di amministrazione di Qlick da parte dell’hedge fund Elliott Management (si veda Reuters). La quotazione delle azioni di Qlik, salita a 30,26 dollari, si è allineata all’offerta di Thoma Bravo (30,5 dollari per azione). Elliott Management, che aveva rivelato di detenere una partecipazione in Qlik pari all’8,8% nello scorso marzo, aveva dichiarato di ritenere Qlik pronta per essere acquisita da un player più grande. Qlik si era quindi aggiunta a una lunga lista di aziende tecnologiche partecipate da private equity dopo che Elliott le aveva spinte a farlo. Per esempio, Compuware, Riverbed Technology, Blue Coat Systems e Informatica (alcune di queste acquisite da Thoma Bravo). Il prodotto di punta di Qlik, QlikView, consente di gestire grandi quantità di dati producendo report e grafici.