Clabo sceglie i titoli di debito come mezzo per raccogliere liquidità ed espandersi in Cina. La società marchigiana quotata all’Aim e specializzata in arredi destinati alla ristorazione (tra i clienti Apple, Google e la Casa Bianca) ha approvato l’emissione di un prestito obbligazionario da 6 milioni di euro massimi (ammontare nominale), con scadenza al 2021, da emettersi in due o più tranche entro fine dicembre 2017 e da quotare sul mercato ExtraMot Pro. Lo comunica in una nota la società presieduta e guidata da Pierluigi Bocchini specificando che in relazione all’emissione della prima tranche del prestito, Clabo, ha in corso negoziazioni con primario investitore istituzionale italiano.
L’operazione si colloca nell’ambito della strategia del gruppo di espansione nel mercato asiatico, caratterizzato da elevati tassi di crescita nel settore di riferimento. I proventi derivanti dal collocamento del bond saranno utilizzati per finanziare esclusivamente il proprio fabbisogno generale di cassa e in particolare per l’acquisizione di un ramo di azienda del Gruppo Easy Best, attivo in Cina nell’ambito della produzione di vetrine per la gelateria, con cui Clabo ha già siglato un accordo non vincolante in via esclusiva.
“La promozione di un prestito obbligazionario dà un’accelerazione formidabile al piano di sviluppo di Clabo in Asia. Potremo infatti raggiungere con oltre un anno di anticipo i target di crescita che avevamo fissato nel nostro piano industriale”, spiega Bocchini. I proventi del bond saranno utilizzati per i fabbisogni di cassa e per l’acquisizione di un ramo d’azienda di Easy Best, attivo nella produzione di vetrine per gelaterie in Cina, con cui è già stato siglato un accordo non vincolante.
Nell’operazione Simest interverrà partecipando al 49% dell’investimento. Il prestito, emesso alla pari e quotato su ExtraMot Pro, sarà composto da 60 obbligazioni, ognuna da 100mila euro di valore nominale, con scadenza 2021 e tasso fisso del 6% con cedole semestrali e rimborso in quattro rate annuali costanti
D’altronde Bocchini, anche presidente della società, lo aveva dichiarato sin dall’inizio. “Abbiamo scelto di quotarci all’Aim per raccogliere i mezzi necessari a espanderci all’estero”, aveva detto mesi fa in occasione dello sbarco sul listino delle pmi. La società guardava alla Borsa sin dal 2008. Il progetto fu abbandonato in seguito alla grande crisi economica, che costrinse l’azienda ad avviare un processo di ristrutturazione e riorganizzazione, concluso a dicembre 2009 con la firma dell’accordo con il sistema bancario per la ristrutturazione del debito.
L’azienda di Iesi ha terminato il 2015 con ricavi proforma per 34,91 milioni di euro, in flessione rispetto ai 35,83 milioni ottenuti nell’esercizio precedente. L’utile netto consolidato è stato pari a 1,6 milioni di euro. A fine 2015 l’indebitamento netto proforma era sceso a 17,8 milioni di euro, dai 22,12 milioni di inizio anno.