Frena la raccolta mondiale dei fondi di private capital (private equity, private debt, private real estate, infrastrutture e risorse naturali) nel secondo trimestre dell’anno, con il dato di raccolta del semestre che si porta così al minimo da tre anni a quota 281 miliardi di dollari, in calo dai quasi 300 miliardi raccolti nel primo semestre del 2015. Il calcolo è di Preqin, che nel suo ultimo report sul tema precisa comunque che questi dati andranno rivisti al rialzo di un 10-15% nella versione definitiva.
In ogni caso i fondi tuttora in fundraising sono 2798 per un obiettivo complessivo di 938 miliardi.
Il calo nella raccolta non riguarda il private equity, che ha visto per contro un’accelerazione nel secondo trimestre, con 180 fondi che hanno annunciato il closing definitivo per un totale di 101 miliardi di dollari sottoscritti dagli investitori. E, se si tiene conto del fatto che il dato andrà rivisto al rialzo del 10-15%, il dato aggregato si collocherà vicino al record dei 112 miliardi del quarto trimestre 2013. Nel semestre, dunque, si toccherà la cifra dei 193 miliardi contro i 137 miliardi del semestre 2015. Il Nord America ha fatto la parte del leone con 96 fondi che hanno annunciato il closing per 60 miliardi nel secondo trimestre, mentre in Europa si sono raccolti solo 33 miliardi di dollari spalmati su 44 fondi, ma tra questi l’Ardian Secondary Fund VII ha pesato da solo per 10,8 miliardi.
A oggi la potenza di fuoco dei fondi di private equity nel mondo è salita a 818 miliardi di dollari dai 745 miliardi di fine 2015. Il tutto mentre sul mercato ci sono 1720 nuovi fondi in raccolta per un target aggregato di 447 miliardi (da 1630 fondi e 488 miliardi a inizio anno).
In recupero è a il private debt, con 28 fondi che hanno chiuso il fundraising a quota 16 miliardi nel secondo trimestre, raccogliendo quindi oltre il doppio dei 7,8 miliardi registrati per il primo trimestre e ben al di sopra dei 12 miliardi di raccolta del secondo trimestre 2015. Questo risultato è stato trainato in particolare dal closing di raccolta di tre grandi fondi di direct lending, che hanno rappresentato il 42% del totale degli impegni sottoscritti nel trimestre. Tuttavia, a livello di semestre i dati sono invece al di sotto di quelli dei semestri precedenti. I primi sei mesi del 2016 arrivano a 24 miliardi, mentre i primi tre trimestri del 2015 hanno visto dati di raccolta uguali o superiori a 24 miliardi ciascuno, per un totale del primo semestre 2015 di 52 miliardi e un aggregato nel secondo semestre dell’anno di 42 miliardi.
Restano comunque in raccolta 276 veicoli per un obiettivo aggregato di 140 miliardi. Di cquesti, 114 veicoli sono destinati al direct lending, per 45 miliardi, mentre 69 fondi puntano all’investimento mezzanino e hanno target aggregato di 31 miliardi. Soltanto 38 fondi saranno dedicati al debito in distress ma per 46 miliardi di obiettivo di raccolta.
La raccolta dei fondi di private real estate private real estate nels econdo trimestre è stata fortemente influenzata dal closing annunciato da soli due fondi, uno lanciato da Lone Star e l’altro da Brookfield Asset Management, che insieme hanno rappresentato il 56% dei 27 miliardi di dollari (per 32 fondi) raccolti nei tre mesi. Senza l’apporto di questi fondi, il dato del trimestre sarebbe stato ben più magro di quanto in realtà è stato. Il secondo semestre 2015 aveva visto una raccolta di 34 miliardi, mentre il primo trimestre di quest’anno il fundraising si era fermato a 24 miliardi. Il semestre, quindi, si è chiuso con 51 miliardi di raccolta dai 57 miliardi del primo semestre 2015 e dai 63 miliardi del secondo semestre 2015. Sul mercato si contano oggi 505 fondi in raccolta per 175 miliardi di obiettivo di raccolta.