Nei giorni scorsi gli uomini di Idea Capital Funds sgr assieme all’amministratore delegato di Targetti Sankey, Luigi Ferrando, hanno incontrato le parti sociali (si veda Fiom Firenze), prima nella sede della regione Toscana, alla presenza delle autorità locali, e poi a Roma al ministero dello Sviluppo Economico, per illustrare a grandi linee il loro progetto di rilancio, che prevede anche l’immissione di nuova finanza per supportare il nuovo piano industriale e mettere la parola fine a una situazione di criticità che si protrae da anni.
MF Milano Finanza oggi, ricordando gli incontri dei giorni scorsi, precisa che l’accordo siglato lo scorso giugno tra il fondo Idea Credit Recovery e le principali banche finanziatrici riguarda non solo i loro crediti nei confronti del gruppo specializzato in illuminazione (pari al 39% del valore complessivo dei crediti del sistema bancario nei confronti di Targetti), ma anche degli strumenti finanziari partecipativi in loro possesso e che è possibile che altre banche decidano di seguire in un secondo tempo la strada intrapresa dai principali finanziatori del gruppo di illuminazione.
Dopo un accordo di ristrutturazione del debito siglato nel 2010 con le banche sulla base dell’art. 67 della Legge Fallimentare, Targetti Sankey ha infatti poi firmato con gli istituti di credito un primo accordo di ristrutturazione nel 2012 sulla base dell’articolo 182-bis della Legge Fallimentare e poi un secondo accordo ex art. 182-bis nel dicembre 2014 (si veda altro articolo di BeBeez e qui l’omologa del Tribunale di Firenze del novembre 2014). In quell’occasione, da un lato il debito finanziario netto era stato abbattuto di 110 milioni a soli 5 milioni di euro (a fronte di 34 milioni di ricavi, di 2,1 milioni di ebitda e di una perdita netta di 6,4 milioni), dall’altro la società era stata ricapitalizzata con 40,2 milioni di euro tramite appunto la conversione di altrettanti crediti bancari in strumenti partecipativi (nelle tabelle in pagina la situazione delle linee di credito prima e dopo l’ultima ristrutturazione del debito). Parte integrante dell’accordo era stata anche la cessione del 100% delle quote della controllata Louis Poulsen al fondo di private equity danese Polaris per un prezzo finale di 65,5 milioni di euro.
Oggi Targetti Sankey è controllata al 100% da Targetti Holding, che a sua volta è posseduta al 100% da Soci Tp srl, holding della famiglia Targetti.