Tutto fermo sull’asta per Pioneer Investments almeno sino a dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre. Lo scrive Reuters, precisando che Unicredit avrebbe deciso di attendere il risultato della consultazione non soltanto per una ragione politica ma anche per l’incertezza che potrebbe scaturire sui mercati finanziari che è già molto alta.
Qualche giorno fa Unidredit aveva annunciato che gli esiti della strategic review saranno annunciati il 13 dicembre e dunque è possibile che quella possa essere anche l’occasione per fare il punto su Pioneer. Le offerte per l’asset manager che avrebbero passato la prima selezione dell’advisor JPMorgan sono quelle di Poste Italiane, in cordata con tandem Cdp e Anima Holding, di Generali, Amundi, Axa, Macquarie, Allianz (si veda altro articolo di BeBeez). Le offerte presentate ieri avrebbero valorizzato Pioneer in un range molto ampio, che va dai 3 miliardi ai 4,5 miliardi di euro. Ai fini dell’accordo con Santander, poi saltato, Pioneer era stata valutata 2,75 miliardi.
Unicredit sta valutando azioni di capital management fino a 15-16 miliardi di euro e punta a contenere l’aumento di capitale fino a 5-6 miliardi grazie a una serie di cessioni, che potrebbero riguardare anche la quota residua in FinecoBank, A questo proposito circolano voci insistenti circa una possibile operazione tra Banca Generali e Fineco, ma il direttore generale Alberto Minali ha dichiarato la settimana scorsa che è un’ipotesi assolutamente lontana anche se l’operazione è “potenzialmente interessante” e che Banca Generali e Fineco sono “due banche ben gestite e integrabili”.