A fine settembre 2016 il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese era salito a 6.363, in aumento di 420 unità rispetto alla fine di giugno (+7,07%), un numero che rappresenta lo 0,4% del milione e mezzo di società di capitali attive in Italia. Lo ha comunicato il registro delle imprese nei giorni scorsi, che ha redatto il periodico rapporto trimestrale, che per la prima volta analizza anche i bilanci delle startup innovative (scarica qui il Rapporto di Infocamere).
Il valore della produzione media nel 2015 è pari a circa 152 mila euro (+38 mila euro sulla media precedente, relativa ai bilanci 2014, +33,42%). La metà delle startup innovative ha prodotto nel 2015 non più di 30.860 euro di ricavi (il valore mediano rilevato nel rapporto precedente con riguardo ai bilanci 2014 era pari a 21.303), con un incremento di 9.557 euro, +44.86%. Il tutto per una produzione complessiva pari a 585,2 milioni di euro, contro i 325,6 milioni di valore della produzione delle 2.860 impreseper le quali si disponeva dei bilanci 2014
Un incremento che è stato determinato non solo dal maggior numero di imprese considerate (+34,72%) ma anche dalla crescita media dei valori della produzione (+33,42%). Il reddito operativo complessivo fatto registrare nel 2015 è negativo per poco più di 88 milioni di euro (contro i 61 milioni della precedente rilevazione, relativa al 2014). Il grado di immobilizzazioni sull’attivo patrimoniale risulta particolarmente elevato: il rapporto è pari al 29,44%, quasi 9 volte maggiore rispetto al rapporto medio delle altre società di capitali, pari al 3,33%.
Nel 2015 prevale la quota percentuale di startup innovative che registra una perdita: 57,07%, contro la restante quota (42,93%) che segnala un utile di esercizio. Lo scostamento con la precedente rilevazione, riguardante i bilanci 2014, è minimo: allora si era registrato un tasso di startup innovative in perdita sul totale pari al 56,54%.
L’incidenza delle società in perdita tra le startup innovative risulta, come è ovvio che sia, sensibilmente più elevata rispetto a quella rilevabile nell’universo delle società di capitali, pari al 34,67%. Gli indicatori di redditività Roi e Roe delle startup innovative registrano valori negativi.
Se tuttavia ci si limita ad analizzare soltanto le startup innovative in utile, gli indici sono sensibilmente migliori di quelli fatti riportare dalle altre società di capitali (Roi: 0,11 contro 0,03; Roe: 0,25 contro 0,04).
L’indice di indipendenza finanziaria delle startup innovative è leggermente inferiore rispetto a quello fatto registrare dal complesso delle società di capitali (0,35 contro 0,38), ma risulta più sensibilmente inferiore se si considerano soltanto le startup innovative e le società di capitali in utile (0,28 contro 0,38). Per ogni euro di produzione le startup innovative generano in media 18 centesimi di valore aggiunto (contro 15 nel 2014), un dato inferiore rispetto a quello del complesso delle società di capitali (22 centesimi). Limitatamente alle imprese in utile, le startup generano, invece, più valore aggiunto sul valore totale della produzione rispetto alle società di capitali (32 centesimi contro 22).
Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività, il 70,52% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (in particolare, prevalgono le seguenti specializzazioni: produzione software e consulenza informatica, 29,8%; attività di R&S, 14,7%; attività dei servizi d’informazione, 8,1%), il 19,6% opera nei settori dell’industria in senso stretto (su tutti: fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 3,8%; fabbricazione di macchinari, 3,5%; fabbricazione di apparecchiature elettriche, 2,2%) mentre il 4,4% opera nel commercio.
Guardando alla composizione delle compagini sociali, le startup innovative con una prevalenza femminile sono 882, il 13,86% del totale, contro un rapporto del 16,83% se si prende in esame l’universo delle società di capitali. Le startup innovative in cui almeno una donna è presente nella compagine sociale sono 2.831 (44,49% del totale, quota inferiore a quella fatta registrare dal complesso delle società di capitali, 49,76%).
Le startup innovative a prevalenza giovanile (under 35) sono 1.425, il 22,4% del totale, una quota più di tre volte superiore rispetto a quella rilevata tra tutte le società di capitali (6,85%). Le startup innovative in cui almeno un giovane è presente nella compagine sociale sono 2.430 (38,19% del totale, contro un rapporto del 13,36% se si considera la totalità delle società di capitali italiane).
Le startup innovative con una compagine sociale a prevalenza straniera sono 164, il 2,58% del totale, una quota inferiore a quella osservata nel complesso delle società di capitali (4,29%). Le startup innovative in cui è presente almeno un cittadino non italiano sono 821, il 12,9% del totale; tale quota è superiore a quella del complesso delle società di capitali (10,51%).
Venendo alla distribuzione geografica del fenomeno, in valore assoluto la Lombardia è la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative: 1.382, pari al 21,72% del totale nazionale. Seguono l’Emilia-Romagna con 782 (12,29%), il Lazio 625 (9,82%), il Veneto 492 (7,73%) e la Campania 404 (6,35%).
Sotto il profilo occupazionale, a fine giugno risultano essere 2.593 le startup innovative con almeno un dipendente (+237 sulla precedente rilevazione), vale a dire il 43,63% del totale.