Le offerte vincolanti per Pioneer sono attese per giovedì 10 novembre, anche se è possibile che il termine venga fatto slittare in avanti nel tempo, visto che una decisione da parte del venditore Unicredit non sarà presa prima dei risultati del referendum costituzionale del 4 dicembre e quindi probabilmente annunciata in occasione del piano industriale del gruppo bancario il prossimo 13 dicembre (si veda altro articolo di BeBeez).
In corsa, oltre a Poste Italiane (in cordata con Cdp e Anima Holding), ad Amundi e Macquarie, ci sarebbero anche Ameriprise Financial (che controlla Threadneedle Asset Management) e Aberdeen Asset Management (si veda Reuters). Ad aver superato la prima selezione erano state anche Generali, Axa e Allianz, ma questi nomi ora sembrano aver lasciato spazio agli altri pretendenti.
L’interesse di Amundi è stato confermato la scorsa settimana dal ceo Yves Perrier, ma l’asset manager francese, controllato da Credit Agricole , ha smentito i rumor che parlavano di un’offerta da oltre 4 miliardi per Pioneer. In ogni caso pare che l’offerta di Amundi sia stata al momento la pià alta tra una media di proposte che valorizzano Pioneer intorno a 3,2-3,4 miliardi di euro. Per questa ragione pare che Poste, Macquarie e Aberdeen stiano ragionando sulla possibilitò di allearsi. Ai fini dell’accordo con Banco Santander, in cordata con Warburg Pincus e General Atlantic, poi saltato, Pioneer era stata valutata 2,75 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez)