L’Italia diventa il Paese al mondo con la normativa più all’avanguardia nel campo del crowdinvesting. Si tratta di un fenomeno che ha permesso la raccolta, nel mondo, di circa 28 miliardi di dollari nel 2015 e di cui fa parte l’equity crowdfunding.
In commissione bilancio alla Camera è stato approvato ieri l’emendamento Galgano-Giulietti che estende a tutte le Pmi italiane la possibilità di utilizzare portali di equity crowdfunding per la raccolta di capitali. Fino ad oggi la possibilità di raccogliere risorse era limitato a startup e Pmi innovative. La platea delle imprese beneficiarie passa così da 104 Pmi innovative a oltre 130 mila, secondo gli ultimi dati pubblicati da Cerved.
Finora attraverso l’equity crowdfunding sono stati raccolti 10 milioni di euro, con un tasso di crescita rispetto all’anno precedente di oltre il 50%.
«Ora abbiamo uno strumento in più per avvicinare il risparmio privato al capitale del tessuto produttivo italiano, riducendo così la dipendenza delle Pmi, spina dorsale della nostra economia, dal canale bancario», ha detto Maurizio Bernardo, presidente della Commissione Finanze della Camera ed esponente di Area Popolare, «si tratta di un provvedimento che non ha precedenti in Europa e mette l’Italia all’avanguardia». L’onorevole Bernardo è stato uno dei promotori dell’emendamento avendo anche elaborato una proposta di legge sul medesimo argomento di cui è il primo firmatario.
È tuttavia da rilevare come i benefici fiscali per chi investe in startup e Pmi innovative attraverso l’equity crowdfunding non saranno estesi a chi investe in Pmi, non innovative, attraverso gli stessi canali.