Il 2016 ha registrato una frenata nel tasso di decrescita delle insolvenze aziendali nel mondo, dopo anni nei quali invece si erano registrate riduzioni importanti. E nel 2017 le insolvenze torneranno addirittura a crescere. L’Italia in questo quadro regge invece ancora bene. Lo evidenzia Euler Hermes, il gruppo di assicurazione dei crediti controllato da Allianz, nel suo ultimo report Business Insolvency Worldwide, anticipato in Italia da MF Milano Finanza in edicola da sabato 14 dicembre.
Nel dettaglio, il Global Insolvency Index di Euler Hermes (che pondera i Paesi sulla base dei rispettivi Pil) si prevede registrerà un calo soltanto del 2% nel 2016, perché la crescita globale sta rallentando e, secondo le previsioni degli economisti della compagnia assicurativa, non supererà il 3% nei prossimi anni. Per questo motivo le aziende sono pià vulnerabili agli shock esterni. I fallimenti stanno aumentando nell’area Asia-Pacifico e nelle Americhe, mentre i miglioramenti che si erano visti in Europa stanno venendo meno. Tanto che Euler Hermes si aspetta che nel 2015 a livello globale il numero di insolvenze aumenterà dell’1%.
Il numero dei fallimenti più aziende di dimensioni importanti (quelle con fatturato superiore ai 50 milioni di euro) è aumentato addirittura del 45% nei primi nove mesi del 2016 a 192, per colpa di un effetto domino che ha visto fallire i fornitori di aziende che sono fallite. E l’aumento sale al 55% se si prendono in considerazione soltanto le società con un fatturato tra 100 milioni e 1 miliardo di euro. Facendo una somma, tra gennaio e settembre dello scorso anno, soltanto tra le maggiori società prese in considerazione, sono andati insolventi capitali per 62 miliardi.
L’Europa è il continente più a rischio, con in totale 120 casi di insolvenza. Ma il crack più importante registrato nel corso del 2016 è asiatico: si tratta di quello della compagnia di navigazione sudcoreana Hanjin, che è stato capace di mettere in ginocchio molti anelli della catena logistica internazionale.
In questo quadro l’Italia si difende bene, con un calo del 5% nel 2016 e una previsione di un ulteriore calo nel 2017. Nel complesso l’elenco delle 192 crisi stilato da Euler Hermes include nove casi italiani.
Tra quelli più rilevanti c’è quello dei supermercati Sisa, le cui difficoltà sono partite dal Cedi Sisa Centro Nord, che a luglio 2015 presentò al Tribunale fallimentare di Vicenza istanza di ammissione alle procedure di concordato preventivo. Altro caso presente nell’elenco è quello della Grandi Molini Italiani, primo produttore italiano di farina, che prima dell’estate era stata ammesso al concordato dal Tribunale fallimentare di Rovigo e che a inizio novembre ha confermato ai sindacati la riapertura dello stabilimento di Livorno. Guardando ai settori, il commercio è quello che tra il 2015 e il 2016 ha registrato in Italia il calo più significativo delle insolvenze (-10%). Seguono le costruzioni, con una flessione del 6%, mentre crescono manifattura e servizi, rispettivamente del 3 e del 2%.