E’ tutto pronto e manca solo il via libera formale delle banche finanziatrici di Giochi Preziosi per la cessione di Giocoplast spa e Como Giochi srl, le società controllate dal gruppo produttore di giocattoli in trattativa con gli istituti di credito per la ristrutturazione di 340 milioni di euro di linee di credito. Lo ha rivelato ieri MF-Milano Finanza, precisando che nel capitale delle due controllate enterà anche DVR&C Private Equity, il veicolo di private equity promosso da DVR Capital (la boutique di advisory guidata da Carlo Daveri.
La cessione di Giocoplast, società specializzata nell’importazione e distribuzione in Europa di addobbi natalizi, e di Como Giochi, specializzato invece in costumi di Carnevale, era infatti già stata annunciata tempo fa, ma la novità dell’ultim’ora che, oltre al fondo Atlante Private Equity, gestito da Imi Fondi Chiusi sgr (al quale farà capo la quota di controllo del 70% nella newco che acquisirà le due società), nel capitale della newco entrerà con il 20% anche DVR&C Private Equity, mentre il restante 10% farà capo al fondatore di Giocoplast, Maurizio Schiavi, e al manager che verrà chiamato dall’esterno a guidare la nuova entità. Giocoplast ha chiuso l’esercizio 2012 alla fine dello scorso giugno con ricavi di 16,1 milioni e un ebitda di 3,2 milioni, mentre Como Giochi ha fatturato 5,9 milioni con un ebitda di 0,5 milioni. L’operazione sarà condotta sulla base di una valutazione di 6 volte l’ebitda complessivo delle due società e cioé di circa 22 milioni.
Intanto, si diceva, è tuttora in corso la trattativa degli azionisti di Giochi Preziosi degli azionisti (il fondo Clessidra alleato con Unicredit-HVB e il fondo Hamilton Lane nella holding Lauro Ventidue, Idea Capital Funds, Intesa Sanpaolo e la Fingiochi di Enrico Preziosi) con le banche finanziatrici (in prima linea Bnp Paribas, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Credit Agricole), rappresentate dall’advisor Rothschild.
Il bilancio 2012 (chiuso anche questo a giugno 2012) presentava infatti un debito finanziario netto di 326,6 milioni, in aumento dai 272,1 milioni dell’anno prima, soprattutto a seguito del consolidamento di King Jouet, acquisita nel corso dell’esercizio. Contemporaneamente i ricavi consolidati sono scesi a 984,1 milioni (da un miliardo a fine giugno 2011) e l’ebitda è crollato a 66,3 milioni (da 116,1 milioni). Risultato di tutto questo, come riferito nella Relazione alla gestione del bilancio 2012, è stato il mancato rispetto dei covenant trimestrali(parametri finanziari ai quali è condizionato il pacchetto di finanziamento bancario) fissati per marzo, giugno e settembre 2012. Le trattative con le banche sono iniziate quindi già lo scorso luglio, al fine di rinegoziare le condizioni del finanziamento per renderle coerenti con il piano industriale predisposto dall’advisor Bain e presentato alle banche, che nel frattempo avevano comunque permesso al gruppo di utilizzare l’intera linea revolving da 50 milioni.
Nel frattempo, però, il mercato andava sempre peggio, tanto che il gruppo ha dovuto elaborare un nuovo piano industriale sulla base del quale a inizio dicembre Giochi preziosi ha inoltrato alle banche la sua proposta di rinegoziazione del debito, alla quale le banche hanno risposto a metà dicembre, chiedendo un aumento di capitale da 50 milioni, una waiver fee (commissione per la rinegoziazione) dello 0,75% dell’ammontare delle linee disponibili al momento dell’approvazione della manovra, via libera alla cessione di Giocoplast e Como Giochi, a condizione che il corrispettivo non fosse inferiore ai 19 milioni. Ma non basta.
Nel frattempo le cose sono andate ancora peggio, tanto che lo scorso 23 aprile gli azionisti di Giochi Preziosi hanno presentato alle banche una nuova proposta, che prevede che gli istituti finanziatori convertano parte dei loro crediti (tra 50 e 90 milioni) in equity e che Fingiochi converta a capitale il suo finanziamento soci da 55 milioni (originariamente di 50 milioni, paga un tasso del 10% all’anno, capitalizzabile a scadenza), come peraltro aveva già fatto con gli interessi dovuti nei semestri passati per sottoscrivere la sua quota dell’aumento di capitale da circa 20 milioni, deliberato per l’acquisizione di King Jouet. Il tutto dovrebbe avvenire nell’ambito di un accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182 della Legge Fallimentare che potrebbe essere gestito dal tribunale di Milano (dove Giochi Preziosi ha la sede legale) oppure da quello di Monza (il gruppo ha la sede operativa a Cogliate).