I fondi di private equity hanno chiuso solo 10 investimenti nel terzo trimestre 2013 dalle 14 operazioni del secondo trimestre, per un totale nei nove mesi di 43 deal. Lo calcola l’Osservatorio Private Equity Monitor dell’Università di Castellanza con il contributo di Argos Soditic Italia, Ernst & Young Financial Business Advisors, Fondo Italiano d’Investimento sgr e SJ Berwin (scarica qui il Comunicato del Pem).
Il Private Equity Monitor Index (Pemi), calcolato su base trimestrale a partire dal primo trimestre 2003 (base 100), scende così a quota 83 punti, in netto calo dai 117 punti del secondo trimestre, quando già era sceso dai 150 del primo trimestre, e si colloca quindi oggi al di sotto del minimo segnato nel primo trimestre 2012. «Evidentemente la numerica degli investimenti denota una fase di mercato che vede ancora molta prudenza da parte degli operatori», ha commentato Jean Pierre Di Benedetto, managing partner di Argos Soditic.
Contemporaneamente per la prima volta in 10 anni il volume medio dei ricavi delle partecipate scende sotto la soglia dei 30 milioni di euro attestandosi a quota 28 milioni, nonostante nei primi 6 mesi dell’anno sembrasse essere tornato l’interesse verso società dimensionalmente più grandi. A tal proposito si segnalano le operazioni di Sator in Boccaccini (L’Autre Chose), con 18 milioni di ricavi; l’operazione di B4 Investimenti sul capitale di Ca’ppuccino (ricavi per 12,5 milioni) e l’ingresso di Star Capital in Codyeco (24 milioni).
Continuando, nel terzo trimestre 2013 sono mancati gli investitori stranieri che, seppur privi di una base operativa in Italia, erano risultati molto attivi nella prima metà dell’anno. Invariata rispetto ai trimestri precedenti la composizione del mercato in termini di rapporto tra maggioranze e minoranze. Nel 2013 i buyout continuano a essere pari a circa 2 volte le operazioni di expansion, confermando un ritorno al passato emerso nei primi 6 mesi dell’anno.