Il 2014 si apre con importanti segnali di ripresa per il private equity italiano, grazie all’annuncio di 22 nuove operazioni nel I trimestre. Lo calcola l’Osservatorio Private Equity Monitor dI LIUC-Università Cattaneo di Castellanza (scarica qui comunicato), che precisa che il livello di attività segna dunque un netto miglioramento sia con riferimento agli ultimi tre mesi del 2013 (+47%), sia se raffrontato con il medesimo periodo degli anni passati: +22% rispetto al 2013 (18 deal) e sino a +100% rispetto al 2012 (11 deal) (si veda altro articolo di BeBeez).
Sulla base dei valori enunciati, l’Indice trimestrale Private Equity Monitor Index si è attestato così a quota 183, il valore più elevato registrato dalla fine del 2012.
A livello di tipologia dei deal realizzati, si assiste ad una prevalenza di operazioni di buy out (circa 45% dell’intero mercato) rispetto a quelle in capitale per lo sviluppo (32% del mercato). Una evidenza assolutamente degna di nota è rappresentata dal significativo contributo offerto dalle operazioni di turnaround (23% del settore), che forse per la prima volta assumono nel settore un ruolo di assoluta rilevanza.
“Le nostre previsioni al rialzo di qualche mese addietro trovano conferma oggi nei trend positivi come quello registrato in questo trimestre: ora che la fiducia ritorna cautamente ai livelli pre-crisi, ci sono i presupposti per una maggiore spinta sugli investimenti”, ha commentato Umberto Nobile, Private Equity Leader dell’Area Med di EY, che ha aggiunto: “Se è vero che per le imprese italiane i successi si ottengono sulla base di una crescita strutturale e dimensionale delle società, questa è l’occasione giusta per il private equity di costituire l’elemento di supporto per realtà di dimensioni spesso ridotte e di favorire l’internazionalizzazione del business”.