L’imprenditore Sergio Tacchini tenta di riprendersi lo storico marchio di abbigliamento sportivo da lui fondato negli anni 60, ceduto nel 2007 per 42 milioni di dollari alla cinese Hembly International Holdings, uno dei principali gruppi asiatici di outsourcing e distribuzione di abbigliamento quotato alla Borsa di Hong Kong. Da sei mesi circa la Sergio Tacchini International srl, attualmente proprietaria del marchio, è in liquidazione e l’imprenditore italiano, attraverso la società Sandys, ha infatti proposto un’o fferta di affitto di ramo d’azienda. L’offerta scade oggi (scarica qui il comunicato stampa).
Più nel dettaglio, la proprietà del marchio Sergio Tacchini oggi fa capo ad H4T, una holding cinese che a sua volta fa capo a Billy Ngok, presidente del gruppo Hembly, che nel 2007 aveva preso in affitto il complesso aziendale di Sergio Tacchini e siglato un accordo di fornitura. Successivamente l’intera società era passata in mano a H4T e infine nel luglio 2013 era stata costituita Wintex italia srl (controllata da Wintex Hong Kong) alla quale Sergio Tacchini International ha affittato lo stile, il prodotto e il marketing di Sergio Tacchini con un contratto che scade nel 2017. Non a caso ieri la Sergio Tacchini International ha precisato, con una nota stampa, che il marchio “Sergio Tacchini” non è in vendita, poichè attualmente affittato alla Wintex Italia, che corrisponde il canone relativo in modo regolare.“
Ieri a Novara ll’imprenditore, insieme ad Alessandro Tacchini, amministratore delegato di Sandys e al sindaco della città piemontese Andrea Ballarè, hanno comunque presentato alla stampa nel dettaglio il loro piano di rilancio. «Il nostro progetto», ha spiegato Alessandro Tacchini, «prevede di raggiungere i 50 milioni di euro di fatturato wholesale in cinque anni contro un giro d’affari che, secondo l’ultimo bilancio depositato del 2012, è di poco superiore ai 10 milioni di euro, ma che, attualmente, è sicuramente inferiore».
Per raggiungere questo obiettivo verrà potenziato il mix distributivo ripartito tra wholesale (che andrà a pesare per il 60% sul totale), retail attraverso l’apertura di una rete di 30-40 monomarca in cinque anni soprattutto in Italia e infine il lancio di un canale web per la vendita online (che rappresenterà il 10% del totale). “Sul fronte del prodotto», ha aggiunto Tacchini, «onoreremo i contratti di licenza in essere, ovvero una decina, ma, al momento della scadenza dei rapporti, valuteremo caso per caso se rinnovare i contratti o riprendere in mano il nostro know how. In ogni caso la nostra strategia è controllare tutta la filiera in modo da rendere coerente il nostro prodotto”. Sul fronte dell’occupazione la famiglia assicura un rientro graduale dei dipendenti in concomitanza con la conclusione degli accordi di licenza.
Il liquidatore della società ha però sul piatto anche l’offerta di Wintex Italia srl, che, secondo quanto sottolineato dalla stessa famiglia Tacchini, “è sensibilmente inferiore alla nostra di 5 milioni di euro che è stata depositata il 14 aprile”. In attesa di capire come si evolverà la situazione Sergio Tacchini ieri ha dichiarato di voler: «Procedere per valutare tutti gli scenari per riacquistare il marchio».