Niente più limiti dimensionali agli investimenti del Fondo Strategico Italiano alberghiero, dell’agroalimentare e della distribuzione, della gestione dei beni culturali e artistici. Lo ha comunicato giovedì 10 luglio in serata il ministero dell’Economia e delle Finanze (scarica qui il comunicato stampa), con un decreto apposito firmato dal ministro Pier Carlo Padoan, che inserisce appunto questi settori tipici del made in Italy tra quelli considerati strategici, alla stessa stregua dei settori della difesa, della sicurezza, delle infrastrutture, dei trasporti, delle comunicazioni, dell’energia, delle assicurazioni, dell’intermediazione finanziaria, della ricerca e innovazione e dei servizi pubblici.
Come spiegato dalla nota del ministero, in generale, infatti, il Fsi può acquisire partecipazioni in società, che presentino un equilibrio finanziario, patrimoniale ed economico e siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività con un fatturato annuo netto non inferiore a 300 milioni di euro e un numero medio di dipendenti nell’ultimo esercizio non inferiore a 250, con un margine di ribasso del 20% qualora l’attività della società risulti comunque rilevante in termini di indotto e di presenza di stabilimenti produttivi. L’eccezione a questi limiti è però prevista appunto per società operanti nei settori considerati strategici, con il vincolo dell’equilibrio finanziario che resta comunque.
Secondo quanto riferito da MF-Milano Finanza lo scorso 11 luglio, l’amministratore delegato Maurizio Tamagnini e il suo team in questi ultimi mesi si sono spesso imbattuti in aziende che ritenevano interessanti attive nel settore turistico, agroalimentare e della gestione dei beni culturali, che sarebbero potute divenire la base per la costruzione di poli industriali importanti, nelle quali però non ha potuto investire proprio perché si collocavano in una fascia dimensionale troppo bassa.Su questo terreno il Fsi si potrebbe trovare in concorrenza con il cugino Fondo Italiano d’Investimento e quindi su questi temi i due veicoli nati per volere del ministero dell’Economia dovranno necessariamente coordinarsi.
La nota del mnistero spiega infine che il decreto firmato da Padoan permetterà inoltre al Fsi di investire anche in società che, seppure non costituite in Italia, oltre a operare in quei settori strategici, controllano società presenti sul territorio nazionale in possesso di particolari requisiti di fatturato (almeno 50 milioni di euro) e di dipendenti (in numero non inferiore a 250).