C’è un’offerta concreta sul tavolo per il 38% di Giochi Preziosi detenuto dal 2008 Lauro Ventidue spa, il veicolo controllato al 57,6% da Clessidra sgr, al 24,2% da Hvb Capital Markets (gruppo Unicredit) e al 18,2% dal fondo Hamilton Lane. Lo scrive oggi MF-Milano Finanza, precisando che l’offerta arriva da un potenziale investitore cinese sul cui nome vige il massimo riserbo, ila cui offerta è stata illustrata da Enrico Preziosi (42,1% del capitale tramite Fingiochi) al Consiglio di amministrazione del noto gruppo di giocattoli lo scorso agosto.
Al momento però la situazione appare in stallo in quanto le banche finanziatrici (il debito bancario consolidato era di 260 milioni a fine giugno 2013, ultimo dato di bilancio disponibile) si sono riservate di confrontarsi nei prossimi giorni sulla soluzione cinese, che a caldo non sembra aver incontrato particolare favore tra gli istituti creditori della Giochi Preziosi.
L’offerta prevederebbe un investimento complessivo di 60 milioni: poco meno di 20 milioni per l’acquisto della quota di capitale in portafoglio a Lauro Ventidue, mentre i restanti 40 milioni servirebbero a rimborsare una parte del debito, che è stato ristrutturato e riscadenzato (nell’ambito di una procedura sulla base dell’articolo 182-bis della Legge Fallimentare) soltanto l’anno scorso contestualmente a un aumento di capitale da 37 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Preziosi e gli altri azionisti Intesa Sanpaolo (14,25%) e Idea Capital Funds sgr (5%), invece, resterebbero nel capitale, almeno per il momento.
Al prezzo di 20 milioni per il 38% Clessidra registrerebbe una forte minusvalenza (il 38% è in carico a Lauro Ventidue a 112,4 milioni), ma la quota in Giochi Preziosi era già stata ampiamente svalutata dal primo fondo Clessidra (che nel 2005 aveva raccolto 800 milioni e che a oggi calcola un Irr di oltre il 50%, si veda altro articolo di BeBeez).
Per le banche invece è un’altra storia: per Crédit Agricole, Bnp Paribas, Natixis e Barclays la parte destinata all’abbattimento del debito sarebbe troppo esigua, mentre più possibiliste sarebbero Unicredit e Intesa Sanpaolo. Al momento, però, si tratta dell’unica trattativa aperta dall’imprenditore avellinese proprietario anche del Genoa Calcio e anche Claudio Sposito, alla guida di Clessidra sgr, vorrebbe chiudere in fretta l’operazione, visto che in questa fase è impegnato in un roadshow per trovare sottoscrittori del suo terzo fondo.
Inoltre le banche finanziatrici estere vorrebbero approfondire i dettagli dell’offerta cinese e soprattutto essere sicure che poi l’imprenditore cinese non abbia già accordi di finanziamento con le banche del suo Paese, pronte a subentrare nella trattativa. Va inoltre sottolineato che le banche spererebbero in un impegno più importante in termini di capitale da parte del nuovo investitore per dare continuità al piano di rilancio di Giochi Preziosi, che nell’esercizio 2012-2013 (che si è chiuso a fine giugno 2013) ha registrato un nuovo calo dei ricavi consolidati a 871,1 milioni (dai 984 milioni a fine giugno 2012) e del valore della produzione a 900,6 milioni (da 1,006 miliardi) , un crollo dell’ebitda a 3 milioni (da 66,3 milioni) e una perdita netta di esercizio di 182,3 milioni (dai -87 milioni del 2011-2012), che in termini di risultato netto di gruppo è stata di 179,2 milioni (da -90,9 milioni) a fronte di un debito finanziario netto di 356,8 (da 326,6 milioni). Il rischio è infatti che la procedura accettata dal Tribunale si blocchi e che il gruppo di giocattoli finisca in concordato preventivo.