Dopo l’ingresso del fondo di Synergo sgr nel capitale di Raccortubi e l’acquisizione di Petrolraccord alla fine dello scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez), ora Raccortubi sta valutando nuove acquisizioni all’estero. Lo ha detto Luca Pentericci, vicepresidente di Raccortubi, intervenendo al webinar di BeBeez lo scorso 26 maggio dedicato all’m&a delle piccole e medie imprese (la registrazione del webinar è disponibile nella sezione WebTv di BeBeez e sui canali YouTube e Google+).
Raccortubi è un’azienda specializzata nella produzione e distribuzione di prodotti piping destinati a un’ampia gamma di applicazioni industriali, tra cui impianti chimici e petrolchimici, centrali per la generazione e trasformazione di energia, cantieri navali e piattaforme off-shore.
“Abbiamo iniziato nel 2012 con l’internazionalizzazione della distribuzione dei nostri prodotti e il passo successivo doveva essere quello di internazionalizzare anche la produzione”, ha detto Pentericci, aggiungendo: “Inoltre ci rendevamo conto che per crescere avremmo dovuto ampliare anche la gamma dei nostri prodotti e quindi ci siamo trovati di fronte all’alternativa di fare investimenti in macchinari e capacità produttiva oppure se acquisire un’azienda già esistente. La seconda soluzione ci appariva quella che avrebbe potuto dare i risulati più immediati. Devo dire che, se è anche saremmo riusciti a finanziare da soli una simile operazione, ci è sembrato più giusto aprire il capitale dell’azienda a un fondo di private equity con il quale condurre insieme l’investimento, perché questo ci avrebbe offerto maggiore solidità e maggiore credibilità all’esterno”.
E’ stato così che, con il supporto dell’advisor K Finance, Pentericci ha individuato Synergo sgr come il partner ideale, che in aumento di capitale ha così acquisito il 25% della società per 25 milioni di euro, dotandola quindi dei capitali necessari all’acquisizione di Petrolraccord. Non solo. L’accordo è che il fondo possa salire ulteriormente nel capitale di Raccortubi, per finanziarne l’ulteriore sviluppo, ma con la famiglia che continuerà comunque a mantenere il timone dell’azienda.
“Con Synergo c’è stato da subito un grande feeling”, ha spiegato Pentericci, “e oggi è come avere un proprio consulente sempre a disposizione. Ci scambiamo opinioni in modo informale, come se fossimo ancora in famiglia, e contemporaneamente la presenza del fondo ci garantisce un’immagine di solidità e credibilità verso l’esterno”.
Filippo Guicciardi, partner di K Finance che ha seguito l’operazione, ha sottolineato che “gli imprenditori spesso sono spaventati da invadenza nella gestione operativa. Nella realtà poi, dal punto di vista della gestione quotidiana, non c’è ingerenza. C’è invece un intervento nel momento in cui si discute di operazioni straordinarie”.
Guicciardi ha spiegato che “l’incontro con Pentericci è avvenuto anni fa, quando c’è stato il cambio generazionale con Luca che è ha preso il timone e che si è fatto affiancare anche da un manager, per cui ora sono in due a guidare la società”. E ha aggiunto Guicciardi: “Il progetto di crescita internazionale di Raccortubi rientra in un trend di mercato molto chiaro, che sa inizio anno ha visto una netta ripresa delle operazioni di m&a grazie alla grande liquidità degli investitori internazionali,ai bassi tassi di interesse e al dollaro forte, ma anche grazie al fatto che la crescita dimensionale è sempre più necessaria per presidiare i mercati mondiali”.
E appunto in tema di m&a Pentericci e Guicciardi hanno anticipato che “Raccortubi al momento sta studiando un’acquisizione all’estero e le trattative sono già piuttosto avanti. Ma ci sono già anche altre ipotesi sul tavolo”.
Quanto al tipo di accordi con i venditori delle società target, possono essere i più vari. “Con la famiglia venditrice di Petrolraccord c’è accordo di consulenza per dare continuità all’azienda”, ma non ci sono rapporti azionari, ha spiegato Petericci, che ha aggiunto: ” Nel caso di altre operazioni si potrà valutare se investire cash oppure coinvolgere chi vende nel progetto, facendolo entrare in minoranza nel capitale”. E infatt, ha aggiunto Guicciardi, “tra le operazioni che stiamo guardando con Raccortubi, ce n’è una in cui chi vende potrebbe effettivamente partecipare al progetto con una piccolissima minoranza”.
Infine un appunto sul finanziamento degli investimenti. Perché aprire il capitale a un fondo di private equity piuttosto che, per esempio, emettere un minibond? Pentericci ha risposto: “Abbiamo preferito non ricorrere al debito in fase di acquisizione, per poter invece avere spazio di indebitamento in un momento successivo, se volessimo investire nel normale corso dell’attività. Abbiano preferito quindi avere capitale e stabilità finanziaria invece che ricorrere a un prestito bancario o a un minibond, che avrebbero appesantito sin da subito la struttura patrimoniale”.
Su questo tema Guicciardi ha sottolineato che “oggi c’è una consapevolezza maggiore tra gli imprenditori circa l’importanza di avere aziende più patrimonializzate. Le nuove generazioni sono più aperte delle precedenti, non hanno più la cultura del controllo al 100%. Detto questo, è vero che le banche devono disintermediare e che quindi il ricorso al private debt è un’alternativa interessante da valutare. E’ importante capire che il private debt non è un debito caro, ma una sorta di equity a buon mercato”.
Raccortubi oggi fattura 80 milioni e ha un target di crescita a 100 milioni nel medio termine, senza contare i ricavi che saranno apportati grazie alle acquisizioni in pipeline. “Una volta raggiunto un peso specifico adeguato, l’obiettivo è lo sbarco in Borsa. Non a caso ci siamo iscirtti al programma Elite”, ha concluso Pentericci.