Dopo i minibond, Isaia cerca un patner tra i private equity, Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da Il Corriere della Sera, Il noto sarto napoletano specializzato in abiti maschili di altissima qualità vuole finanziare una nuova fase di crescita e per farlo, evidentemente, non sono sufficienti i proventi del collocamento dei 7,5 milioni di euro di minibond sottoscritti a fine luglio dal fondo BIT di Anthilia Capital Partners sgr e dalla Banca Popolare di Bari, destinati peraltro a crescere di altri 2,5 milioni, al raggiungimento di determinati obiettivi economici.
Fondata a Napoli nel 1920 da Enrico Isaia come negozio di tessuti pregiati destinati alle più rinomate sartorie della città, la società si è trasformata essa stessa in sartoria e si è via via industrializzata e internazionalizzata e ora è gestita dalla terza generazione della famiglia, con Gianluca Isaia presidente e amministratore delegato (al 17% del capitale), Enrico (risorse umane), Massimiliano (produzione) e Alessandra (prodotto).
Nell’azionariato figurano oggi numerosi membri, non operativi, della dinastia di sarti, che cederebbero le loro quote a un nuovo investitore, il quale in più doterebbe la società del cash necessario per compiere un ulteriore passo di sviluppo. Isaia ha chiuso il 2014 con 38 milioni di euro di ricavi (per il 96% all’estero), un margine di ebitda del 15% e un debito finanziario netto di 13,3 milioni. Obiettivo è crescere fino a 63 milioni di ricavi in un biennio, grazie al traino degli Usa che valgono il 60% delle vendite del marchio.
Il processo di ricerca del nuovo investitore è gestito dall’advisor BE Parnter e tra i fondi interessati all’operazione si fa il nome di Clessidra, che ultimamente è particolarmente attento al settore moda e lusso.