Che sia la ricerca dell’anima gemella, piuttosto che la smania di fugaci avventure, o magari il bisogno di nuove sincere amicizie, fatto sta che poche cose muovono il mondo come il desiderio di stabilire rapporti di intimità con altre persone. E quando un desiderio così potente e diffuso trova una risposta economicamente organizzata, allora piovono i billion, intesi come miliardi di dollari.
Tinder, l’applicazione di social dating nata in America nel 2012, a fine 2014 era già diffusa in 30 lingue diverse con 50 milioni di utenti attivi al mese. Utenti particolarmente attivi, tanto da cliccare sulla piattaforma ogni giorno un miliardo di “swipe” (segnale di interesse o disinteresse per un altro utente).
Recentemente Bloomberg ha riportato per Tinder la valutazione di 5 miliardi di dollari. Forse esagerata, visto che Bank of America Merrill Lynch in uno studio del luglio scorso le dava un valore di 1,35 miliardi, che però potevano diventare immediatamente 3 miliardi in un’eventuale Ipo.
Tutto ciò vuole dire che se qualche fortunato o perspicace investitore avesse puntato quattro anni fa 250 dollari sul progetto Tinder (la parola inglese significa: esca), oggi la sua quota varrebbe più di 1 milione di dollari.
Ce n’è abbastanza per valutare con attenzione la richiesta minima di 250 euro della campagna di equity crowdfunding di Watchy Talky. Si chiama così quello che potrebbe diventare il Tinder italiano, un progetto di social dating pensato “al femminile” che partirà nei prossimi mesi, dopo avere completato la raccolta di 162mila euro attraverso una campagna di equity crowdfunding appena avviata sulla piattaforma CrowdFundMe.it.
A promuovere il progetto sono tre giovani professionisti del Veneto: Stefano Mascotto, Nicola Chilò e Giovanni Toninello.
Da sempre interessato alle dinamiche psicologiche e sociali, Mascotto, un sociologo di 34 anni, ha passato più di un anno a studiare il mercato del social dating, dove convivono realtà più “vecchie”, come Meetic, che si rivolge a persone che cercano relazioni sentimentali stabili, con novità più estreme come Tinder.
Secondo una recente ricerca del CEBR (Centre for Economics and Business Research), condotta per conto di Meetic in sette Paesi europei, in Italia nel 2014 i “dater” attivi sono stati 8,7 milioni (il 17% della popolazione complessiva), 218 milioni i rendez-vous organizzati (con una media di 25 incontri a persona). Questi dati segnano un incremento del 13% rispetto all’anno precedente e piazzano l’Italia al primo posto in Europa.
A fronte del grandissimo pubblico interessato al social dating, i tre promotori di Watchy Talky hanno verificato che tutte le applicazioni in commercio presentano delle lacune che diventano delle vere e proprie barriere psicologiche per molti potenziali utenti, soprattutto di sesso femminile. L’ostacolo numero uno è il pericolo di violazioni della sicurezza e della privacy.
A questo problema Watchy Talky risponde con una serie di soluzioni tecnologiche uniche. Per l’utente di un social dating (un “dater”) il momento cruciale è quando, dopo lo scambio di messaggi in chat, nasce il desiderio di approfondire la conoscenza con altri utenti. Dice Mascotto: “Per quello che ho visto io, una donna ci pensa 10 volte prima di dare il proprio numero di telefono a uno sconosciuto”. Watchy Talky risolve questo problema dando agli utenti la possibilità di parlarsi con un collegamento Voip all’interno dell’applicazione, senza bisogno di fornire dati delicati. Allo stesso modo la tecnologia Voip permette di scambiarsi foto, file audio o file video temporizzati: si autodistruggono dopo un periodo di tempo predeterminato (ad esempio 10 secondi), rendendone impossibile l’archiviazione e il successivo uso non appropriato.
Per quanto riguarda la privacy, Watchy Talky, dove il login avviene attraverso Facebook, permette di escludere diverse categorie di persone dall’universo con cui si entrerà in contatto, come gli “amici” di FB, gli “amici degli amici”, i colleghi o i compagni di scuola.
Infine, per quanto riguarda l’efficacia dei match suggeriti, l’algoritmo di Watchy Talky suggerisce le persone da conoscere non in base ai profili su Facebook, in genere poco aggiornati dagli utenti, ma in base agli eventi a cui le persone partecipano.
“E’ un mercato giovanissimo in grande espansione e noi abbiamo messo a punto un prodotto molto valido”, dicono Mascotto (a sinistra nella foto qui sotto) e i suoi due soci: Nicola Chilò (al centro), 28 anni, ingegnere e web designer, responsabile della parte tecnologica, e Giovanni Toninello (a destra), dottore commercialista di 26 anni, responsabile della parte finanziaria.
Il loro business plan, che punta su ricavi esclusivamente da pubblicità, prevede che Watchy Talky raggiunga i 140mila utenti dopo un anno dal lancio, per arrivare a 290mila alla fine del secondo anno e a 440mila alla fine del terzo. I ricavi alla fine del primo anno sono previsti a 47mila euro, 145mila alla fine del secondo e 253mila euro alla fine del terzo anno, con un Ebitda di 173mila euro. Al quarto anno, quando la versione di base gratuita potrebbe essere affiancata da una versione Pro a pagamento, i ricavi saliranno a 387mila euro e l’Ebitda a 294mila euro.
Il progetto partirà entro tre mesi dalla conclusione della raccolta su CrowdFundMe.it. La quota minima per chi vuole acquistare azioni senza diritto di voto è di 250 euro. Per chi vuole invece votare in assemblea, la quota minima di sottoscrizione è di 10mila euro, pari al 2,5% del capitale.
Con l’aumento di capitale i tre soci fondatori si diluiranno dall’attuale 100% al 56,3%.
I soldi raccolti andranno in parte (20mila euro) per la gestione corrente, 42mila euro sono destinati allo sviluppo dell’applicazione e 100 mila euro per il marketing. Successivamente buona parte dei ricavi sarà reinvestita nel marketing con campagne online su Facebook e con Google Adv, e con iniziative offline fatte di promozione di eventi in ambito universitario o sponsorizzando serate nei locali. “In Italia – sottolineano i tre promotori – ci sono 22,5 milioni di utenti Facebook attivi e una buona parte sono potenziali fruitori di Watchy Talky”.
www.websim.it