Jeckerson, la casa di moda produttrice degli omonimi jeans controllata al 98,6% da Stirling Square Capital Partnerse, è in liquidazione. Lo ha deciso l’assemblea degli azionisti nei giorni scorsi, una strada obbligata, dopo che i tentativi di concordato preventivo, portati avanti per un anno, si sono rivelati inutili.
Intervistato da Il Corriere della Sera edizione di Bologna, l’amministratore delegato Gian Maria Argentini (ex manager in Safilo, Sector e Allegri). ha spiegato che “la procedura migliore per velocizzare la cessione del business è stata quella di mettere in liquidazione l’azienda in modo che si possa dare continuità strategica al marchio”. L’azienda sta infatti valutando l’interesse di operatori finanziari e industriali per l’acquisizione.
Nel marzo 2014 il fondo Stirling Square aveva versato nuovo equity per 5 milioni di euro in contemporanea alla sigla di un accordo con le banche (GE Capital Interbanca, UniCredit, Mps Capital Services e Banca Mps) a valle di una trattativa iniziata oltre un anno prima e che portato a uno riscadenziamento delle posizioni debitorie senior per un totale di 55 milioni di euro e a una revisione dei covenant finanziari (si veda altro articolo di BeBeez).
I problemi per il gruppo Jeckerson erano iniziati già nel 2011 con il mancato rispetto dei covenant sul debito. Il bilancio 2012 si era poi chiuso con una perdita netta di oltre 30 milioni di euro, soprattutto a fronte di una svalutazione dell’avviamento di appunto 30 milioni, a fronte di un fatturato netto consolidato di produzione e licenze sceso a 42,1 milioni (-15% dai 50,5 milioni del 2011). Ma poi le cose non sono migliorate e la società si è trovata a non riuscire più a sostenere il debito che nel frattempo è arrivato a 93 milioni.
Argentini ha precisato che “la società procede alla vendita della sua attività industriale e sta lavorando con potenziali operatori per raggiungere l’obiettivo mantenendo l’operatività. Dal punto di vista industriale l’azienda esprime una redditività interessante, ma dal punto di vista finanziario la situazione non è sostenibile”. Nel bilancio del 2014, in cui il giro d’affari è stato di 42 milioni, c’è infatti un debito bancario lordo di 54 milioni e un debito di 31,1 milioni da liquidare all’ex proprietario (Stirling Square avva acquisito la sua quota da Blue Fashion Group della famiglia Stocchi nel 2008)..
Alcuni imprenditori si sarebbero già fatti avanti. Tra questi ci sarebbe anche l’ex proprietario, Franco Stocchi. “Il compito che ci aspetta è trovare un operatore che sia interessato a mantenere vivo questo business”, ha concluso Argentini, senza intaccare la forza lavoro che conta 180 dipendenti, compresi i lavoratori dei 30 negozi monomarca in Italia.