L’apertura delle buste delle nove offerte di Grandi Stazioni Retail, avvenuta lunedì 7 marzo, in ritardo di una settimana rispetto al previsto, ha evidenziato un range di valutazioni piuttosto ampio, tra i 600 e gli 805 milioni di euro, per la società di gestione degli spazi commerciali delle principali stazioni ferroviarie italiane (si veda altro articolo di BeBeez). Lo ha scritto Il Sole 24 Ore, aggiungendo i dettagli del prezzo ai nomi delle cordate e dei rispetti sdvisor rivelati dal Messaggero nei giorni scorsi.
L’offerta più alta arrivata sul tavolo degli advisor Rothschild e Gianni Origoni Grippo Capelli pare essere arrivata dalla cordata composta dal fondo pensione danese Arbejdsmarkedets Tillægspension in cordata con il fondo infrastrutture di Deutsche Bank e Poste Vita (con JPMorgan come advisor), che valutano GS Retail 805 milioni, di cui 629 milioni di equity e 176 milioni di debito finanziario netto. Al secondo posto il fondo di private equity Lone Star (con advisor Mediobanca e Cleary Gottlieb) con un’offerta da 750 milioni, seguito con un’offerta da 720 milioni dallo sviluppatore immobiliare francese Altarea in cordata con il fondo sovrano di Singapore Gic (con Unicredit come advisor e finanziatore),
Le altre offerte sono arrivare dal gruppo Borletti (ex Rinascente) in cordata con il fondo infrastrutturale francese Antin e dal fondo francese di real estate Icamp (con advisor Leonardo&Co); dal fondo Clessidra in consorzio con il fondo sovrano cinese Cic e Pamplona Capital Management (advisor Banca Imi); dal fondo immobiliare tedesco Ece di Amburgo alleato con Allianz (assistiti da Lazard); e da tre fondi di private equity paneuropei, ciascuno in corsa da solo e cioé Terra Firma (advisor Barclays), BC Partners (con SocGen) e Carlyle (con BnpParibas)