Intesa SanPaolo, affiancata dall’advisor Ubs, è in trattative avanzate per la vendita della sua controllata al 100% attiva nei pagamenti, Setefi, in un accordo dal valore superiore a 1 miliardo di euro (cifra che Intesa Sanpaolo si è impegnata a versare al fondo Atlante, si veda altro articolo di BeBeez). Lo ha riferito ieri Reuters, confermando quanto già anticipato nei giorni scorsi da Radiocor.
Setefi ha attirato l’interesse di due gruppi italiani attivi nello stesso settore, Icbpi e Sia, che hanno avanzato offerte vincolanti, valutando oltre 10 volte l’ebitda la società che gestisce pagamenti elettronici per 15 milioni di carte di credito e Pos. Favorito tra i due sembra essere Icbpi.
Il bilancio consolidato 2015 di Intesa Sanpaolo spiega che “la quasi totalità dei 15 milioni di carte gestite da Setefi è rappresentata da carte emesse direttamente dalla Capogruppo e dalle banche del Gruppo (+6% circa rispetto al 2014). Il parco POS gestito ammonta a circa 364.000 unità. Il numero complessivo di operazioni “gestite” (operatività su POS di Setefi e operatività delle carte emesse da Intesa Sanpaolo e rilasciate dalle banche del Gruppo su POS altrui) è stato di 955 milioni (+15% circa rispetto al 2014) ed il relativo importo transato è stato pari a 68,9 miliardi (+14% circa)”. Intesa aveva approvato la scissione parziale di Setefi nel luglio 2015 (si veda qui la relazione illustrativa del Cda di Setefi).
Una decisione circa la scelta del compratore potrebbe arrivare già la settimana prossima. Al dossier si sono interessati anche fondi di private equity, come CVC e Permira che lo scorso anno hanno perso la gara per Icbpi, ma che hanno poi deciso di ritirarsi.
A loro volta Icbpi e Sia sono controllate da fondi. Sia, il gruppo leader europeo nel settore delle infrastrutture e servizi tecnologici per banche e società finanziarie, fa capo al Fondo Strategico Italiano, primo azionista con il 49,48%, a F2i sgr con il 17,05% e a Orizzonte sgr (8,64%) ed è partecipata da Intesa Sanpaolo (3,97%), Unicredit (3,97%), Banco Popolare (2,52%), Banca Mediolanum (2,85%) e Deutsche Bank (2,58%). Il gruppo sta preparando l’ipo per il prossimo settembre (si veda altro articolo di BeBeez).
Icbpi, istituto specializzato in servizi e sistemi di pagamento e di clearing, al quale fa capo CartaSì, è controllato all’89% da Bain Capital, Advent International e Clessidra (tramite Mercury Italy srl), mentre la quota residua è ancora in mano alle banche (con in particolare Credito Valtellinese Banca Popolare di Sondrio che possiedono circa il 2% ciascuno, con Bper e banco Poplare all’1,5% ciascuno e Ubi Banca e Banca Popolare di Milano all’1% ciascuno).
Icbpi, peraltro, è in trattative avanzate per rilevare dai fondi di private equity, ed eventualmente anche dalle banche, il controllo di Bassilichi, leader nell’attività di business process outsourcing, partner di riferimento per banche, aziende ed enti della Pubblica Amministrazione (si veda altro articolo di BeBeez), Bassilichi oggi fa capo alla famiglia dell’amministratore delegato Leonardo Bassilichi (23,05%), a MP Venture sgr (19%), a Mps (11,74%), a Finanziaria Senese di Sviluppo (12,84%), a Sici sgr (fondo Toscana Venture, 11,29%, e fondo Centro Invest, 5%) e a Bper (8,87%).