Publimethod spa comprerà il 62,51% del capitale di MP7 Italia spa, sociatà quotata all’Aim e specializzata, come Publimethod, in bartering pubblicitario (cambi merce). MP7 vende cioé campagne pubblicitarie su tutti i principali media nazionali, accettando di essere remunerata con le merci dell’inserzionista invece che con denaro; l’incasso avviene al momento della vendita a terzi dei beni o servizi ottenuti in cambio merce.
L’annuncio è stato dato ieri con una nota di MP7, che precisa che il fondatore di MP7, Marcello Piras, uscirà così completamente dall’azionariato della società e che il corrispettivo fissato per la transazione è di 4.375.700 euro, corrispondente 1,25 euro per azione. Il closing dell’operazione è previsto entro il prossimo 23 maggio.
Successivamente al completamento dell’acquisizione, Publimethod lancerà un’opa sulle restanti azioni ordinarie in circolazione della società, sempre al prezzo di 1,25 per azione. L’opa è finalizzata al delisting della società dal mercato e la revoca dalle negoziazioni è condizionata al raggiungimento da parte di Publimethod di una quota del capitale superiore al 90%. Gli altri azionisti rilevanti di MP7 sono Santa Filomena Real Estate srl (5,36%) e il fondo White Fleet III – Globes Italy Equity Star (5,36%), mentre il restante 26% del capitale è flottante.
MP7 Italia ha chiuso il 2015 con ricavi netti di 24,4 milioni (dai 20,3 milioni del 2014), un margine operativo lordo di 652,3 mila euro (da 298,6 mila euro) e unutile netto di 347 mila euro (da 67,5 mila), a fronte di un debito finanziario netto di 4,94 milioni (da 6 milioni).
Publimethod è controllata, tramite Publimethod group spa, da Paladin Capital Partners spa di Giovanni Cagnoli (48,55%) e partecipata dal fondo di Progressio sgr (14,81%), mentre il resto fa capo ad altri soci privati. Le azioni risultano in pegno a Banco Popolare, Banca Popolare di Lodi e Mittel Generale Investimenti spa.
Progressio e Mittel (tramite Mittel Private Equity spa) avevano acquisito il controllo della società nel 2006. Nel 2009 Mittel era uscita dall’azionariato vendendo il suo 14%, mentre Progressio era scesa dal 51% al 32% e contemporaneamente il fondo RP3 gestito da Yarpa sgr aveva acquisito una quota del 32% (tramite la newco Radegonda5 srl, le cui quote oggi risultano invece in capo a Diego Maria Ignazio Visconti e ad altri privati), mentre il restante 36% era stato ripartito in parti uguali fra Eques 3 srl, PEH srl e Gaetano Mele (si veda il comunicato stampa di Mittel di allora).