È stato presentato ieri il nuovo Piano nazionale Industria 4.0 del governo, per accelerare la trasformazione tecnologica delle imprese italiane. Le manifatture del nostro paese stanno cercando di adeguarsi al nuovo modello produttivo basato su tecnologie come macchinari interconnessi, stampanti 3D, integrazioni di massicce quantità di informazioni (big data) a loro volta gestite su sistemi aperti come il cloud computing.
Il panorama industriale italiano è però caratterizzato da pochi grandi player che dispongono internamente delle risorse necessarie a trasformare il proprio processo produttivo. Per questo il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di introdurre nel suo piano, al via nel 2017, diverse misure per incentivare gli investimenti privati su tecnologia e beni 4.0, oltre a rafforzare il contributo degli investimenti finanziari a supporti delle startup innovative.
Nel primo settore le aziende (tra cui anche le startup) dovrebbero poter sfruttare un iperammortamento al 250% sugli investimenti in tecnologie e strumenti necessari alla modernizzazione della manifattura al modello 4.0. Secondo i calcoli del Mise, con un investimenti di un milione di euro, la società otterrà una riduzione delle tasse pari a 360mila euro in 5 anni.
Tra le proposte anche un sostegno alla ricerca attraverso un credito d’imposta sulla spesa interna in ricerca e sviluppo, con un’aliquota migliorata dal 25% al 50% e un credito massimo per contribuente aumentato da 5 milioni di euro a 20 milioni di euro.
Infine, per rafforzare il supporto della finanza alle aziende capofila dell’innovazione è previsto il sostegno della CdP a diversi progetti: dagli ‘acceleratori d’impresa’ ai fondi di Venture Capital dedicati all’industria 4.0 ai fondi d’investimento dedicati all’industrializzazione dei brevetti ad alto contenuto tecnologico.
Ultima, importante, iniziativa proposta dall’esecutivo è l’aumento delle detrazioni fiscali per chi investe in Startup o Pmi innovative. L’incentivo passerà dal 19% al 30% e il tetto massimo per l’investimento da 500mila euro a 1 milioni di euro. L’impatto potenziale massimo dovrebbe salire da 95mila euro a 300mila euro.
Con queste iniziative il governo spera di aumentare gli investimenti ‘early stage nel nostro paese dai 130 milioni di euro del 2015 a un miliardo nel 2020.
All’incentivo possono accedere anche gli investitori privati, attraverso i portali di equity crowdfunding come
EquityStartup, piattaforma italiana promossa da AscomFidi Nord-Ovest, cooperativa di garanzia fidi costituita dall’Associazione del Commercio, del Turismo, dei Servizi e dei Trasporti della Provincia di Torino.
EquityStartup introduce la possibilità di intestare le proprie quote in conto terzi anziché in conto proprio. Grazie alla partnership con Intermonte, (società che possiede Websim.it) gli investitori potranno intestare a Intermonte (anziché a se stessi) le quote sottoscritte in fase di collocamento.
Questa procedura semplifica la vita all’investitore in termini di tempi e di costi soprattutto in caso di eventuale cessione delle quote. Si apre quindi la strada alla negoziazione delle quote: un mercato secondario (come avviene in Borsa) che riduce l’illiquidità tipica dell’equity crowdfunding.
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