Si è aperto ieri pomeriggio, prima del previsto, nello studio del notaio Carlo Marchetti a Milano, il testamento di Bernardo Caprotti, che non a riservato sorprese rispetto alle aspettative. Il patron di Esselunga, scomparso lo scorso venerdì 1* ottobre, infatti, ha voluto lasciare il controllo della catena di supermercati alla vedova Giuliana Albera e alla figlia Marina Sylvia, alle quali Caprotti ha lasciato il pacchetto del 25% di Supermarkets Italiani (la holding di Esselunga) in libera disponibilità, mentre gli altri due figli, Giuseppe e Violetta, avuti dal primo matrimonio, hanno ottenuto solo la quota di legittima (si veda altro articolo di BeBeez).
Per il codice civile i due terzi del patrimonio andavano necessariamente divisi tra i tre figli (Giuseppe, Violetta e Marina Sylvia) e un altro terzo all’attuale moglie, Giuliana Albera, ma tenuto conto che il 25% del patrimonio era in libera disponibilità, le proporzioni si sono dovute ricalcolare in quell’ottica. Ciò significa che i tre figli si divideranno il 50% del patrimonio (quindi il 16,7% ciascuno), mentre alla moglie andrà il 25%, inoltre alla moglie e alla figlia Marina va il restante 25% (il 12,5& in parti uguali), per un totale del 66,7% che vanno alla moglie e a Marina, lasciando così a Giuseppe e Violetta solo il 33,3%, che è comunque minoranza di blocco dell’assemblea straordinaria. Il che significa che i due rami della famiglia un accordo sul futuro di Esselunga lo devono trovare. Da qui il segnale di distensione arrivato dallo stesso Giuseppe, che, uscendo dallo studio del notaio Marchetti ieri ha detto: “Faremo di tutto per salvaguardare il gruppo”.
Il Consiglio di amministrazione di Supermarkets Italiani, che pure si è tenuto ieri, ha deciso lo stop al processo di vendita della catena di supermercati. Congelate quindi le proposte dei private equity Cvc e Blackstone, così come le avances di BC Partners. Nella stessa riunione, il Cda ha cooptato e nominato presidente Piergaetano Marchetti (zio di Carlo) con un ruolo di garanzia della continuità e la stabilità del gruppo. Così come è stata una scelta di garanzia la nomina a presidente di Esselunga del legale della famiglia, Vicenzo Mariconda nel momento in cui la malattia del fondatore si era fatta più debilitante.
Tornando al testamento, a Giuseppe e Violetta è stato assegnato anche il 22,5% a testa de La Villata, la società che possiede quasi l’intero patrimonio immobiliare di Esselunga mentre il restante 55% va alla signora Albera e a Marina in parti uguali. Il patrimonio immobiliare de La Villata conta 83 supermercati di proprietà e avrebbe un valore di 1,7-2 miliardi.
Caprotti ha lasciato inoltre metà dei suoi risparmi alla segretaria Germana Chiodi, alla quale negli anni passati aveva già fatto una donazione milionaria, e per l’altra metà ai nipoti: i tre figli del figlio Giuseppe ma anche Andrea e Fabrizio, figli del fratello Claudio, suo socio agli inizi dell’avventura nei supermercati. Alcuni quadri della collezione dell’imprenditore sono stati poi donati al Louvre di Parigi.
Esselunga conta 153 store, 22 mila dipendenti e un fatturato 2015 di 7,3 miliardi di euro per 291 milioni di utile (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). A monte Supermarkets Italiani ha realizzato un profitto civilistico di 101,5 milioni di euro dai 4,8 milioni del 2014, grazie ai 100 milioni di dividendo straordinario staccato proprio da Esselunga, Supermarkets italiani, però, a riportato a nuovo l’utile, portando così in totale a 3,1 miliardi gli utili a riserva e ha ridotto l’indebitamento finanziario netto da 388 a 284 milioni. La Vilata, infine, ha segnato un profitto 2015 di 365 mila euro, nettamente inferiore ai 53,1 milioni di un anno prima, a causa della riduzione a 500 mila euro della cedola staccata dalla controllante Villata Immobiliare.