Una volta chiuso il bilancio 2016, le profumerie Limoni e La Gardenia Beauty torneranno sul mercato. Il percorso di risanamento e ristrutturazione di Leading Luxury Group (LLG), a cui fanno capo le due catene, infatti, sta per completarsi, visto che entro fine anno il fondo Orlando Italy che controlla il polo guidato dall’amministratore delegato Fabio Pampani concluderà il processo avviato alcuni anni fa, scrive MF Milano Finanza.
Le due catene mantengono la propria identità beneficiando però di strategie comuni, che hanno permesso nel complesso di chiudere il 2015 a LLG con ricavi consolidati per 356,8 milioni (221,6 milioni prodotti da Limoni e 135,2 milioni da La Gardenia Beauty), un ebitda di 20,97 milioni (11,1 milioni Limoni e 9,85 milioni La Gardenia). Peraltro già nel 2014 LLG aveva raggiunto un ebitda positivo per 15 milioni (di cui 8,5 milioni La Gardenia e 6,5 milioni Limoni), contro i 4 milioni del 2013, dopo anni in cui Limoni continuava a bruciare cassa e in un mercato che si stava contraendo (si veda altro articolo di BeBeez).
Detto questo, il bilancio di LLG è ancora in rosso, perché il percorso di risanamento ha portato il gruppo a una perdita di 18,66 milioni, legata in parte oneri di ristrutturazione che dovrebbero impattare anche nei conti dell’anno in corso. In particolare, Limoni spa ha chiuso con una perdita di 9,7 milioni (mentre l’ebitda, pur positivo nella riclassificazione proposta nel bilancio ufficiale, risulta negativo, se calcolato con la metodologia standard IV direttiva CEE riproposta da Leanus, si veda qui l’analisi di bilancio, dopo essersi registrati gratuitamente)
Anche i conti 2016 rileveranno l’impatto della ristrutturazione, che ha previsto la concentrazione dell’attività delle due profumerie sull’alto di gamma e quindi la chiusura di circa 150 negozi perché non adeguati come location e il rinnnovo dei 500 negozi rimasti, un investimento quindi importante; LLG ha investito nelle due catene negli ultimi tre anni 24 milioni, concentrando in particolare la spesa nel 2015 (10 milioni) e nel 2016 (10 milioni). In ogni caso nel 2017 la ristrutturazione sarà stata conclusa e Orlando Italy e il management non prevedono più l’incidenza di questi costi straordinari sul bilancio.
Il tutto nell’ambito dei due piani di ristrutturazione dei debiti siglati separamente dalle due società con le rispettive banche finanziatrici ed entrambi a scadenza 2017. Limoni era esposta con un pool di 20 banche, coordinate da Ing Bank, mentre La Gardenia Beauty solo con Intesa Sanpaolo , Unicredit e la tedesca Ikb. E proprio in base agli accordi di ristrutturazione del debito con le banche, è previsto che nel 2017 Orlando Italy avvii il processo di cessione dell’intera LLG
A fine 2015 Limoni aveva ancora un debito bancario di 108 milioni (dai 120 milioni del 2014) e un debito finanziario netto di 76,8 milioni (da 72,8 milioni). Va poi segnalato che, a seguito della perdita d’esercizio di quasi 10 milioni, Limoni ha dovuto abbattere il capitale per perdite (articolo 2446 del codice civile) e per questo Orlando Italy ha rinunciato alla somma di 6 milioni di euro a titolo di finanziamento soci, destinando tale rinuncia a riserva di patrimonio netto. Una mossa già effettuata anche nel 2015, quando l’azionista aveva rinunciato a un finanziamento soci da 10 milioni.
LLG Leading Luxury Group è stato costituito nel dicembre 2013 con l’acquisizione del 25% di La Gardenia Beauty spa da parte del fondo di private equity Orlando Italy, già proprietario di Limoni spa al 50% insieme a Bridgepoint. Nel capitale di La Gardenia, poi, un altro 25% fa capo a un investitore di Orlando Italy, un altro quarto del capital fa capo a investitori istituzionali e il resto al management. Nel dicembre 2014 poi La Gardenia ha comprato dalla procedura di concordato preventivo 27 punti vendita nel centro Italia di Beauty Point più l’omonimo marchio (si veda altro articolo di BeBeez).