Buone notizie sul fronte del credito alle pmi. Secondo i calcoli di Crif, infatti, il numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane nel terzo trimestre dell’anno è aumentato del 4,9% dal terzo trimestre 2015, per un numero di domande presentate agli istituti di credito che è il più alto in assoluto dal 2008, ovvero da quando Crif ha iniziato a monitorare in modo sistematico e strutturato questo indicatore. Più in generale la crescita cumulata nei primi 9 mesi dell’anno è stata di un +5,4% dal corrispondente periodo dell’anno scorso.
I dati sono elaborati da Crif sulla base del patrimonio informativo di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie che raccoglie i dati relativi a oltre 78 milioni di posizioni creditizie, di cui oltre 8 milioni riconducibili a utenti business. “Il dato relativo ai primi nove mesi del 2016 conferma la propensione delle imprese italiane a rivolgersi agli istituti di credito per finanziare la propria attività. In particolare si tratta del sesto trimestre consecutivamente con un segno positivo, a conferma del recupero di fiducia verso il futuro. Altrettanto degno di nota l’aumento dell’importo medio richiesto, che nel trimestre appena concluso fa registrare uno dei valori più elevati dal 2008 a oggi”, ha commentato Simone Capecchi, executive director di Crif.
L’importo medio richiesto nel terzo trimestre dell’anno si è attestato infatti a 82.770 euro, che rappresenta il valore più consistente degli ultimi 3 anni, mentre nel complesso dei primi 9 mesi l’importo medio richiesto si è attestato a 80.398 euro contro i 71.935 euro del corrispondente periodo 2015.
I primi 9 mesi dell’anno in corso hanno visto una dinamica più vivace da parte delle società di capitali, che hanno fatto registrare un incremento del +6,4% rispetto al corrispondente periodo 2015, mentre le imprese individuali hanno fatto segnare un più contenuto +3,9%. Va però sottolineato come nell’ultimo trimestre di rilevazione siano però state proprio le imprese individuali a caratterizzarsi per una crescita più marcata, con un +5,6%, mentre le società di capitali hanno fatto registrare un +4,6%.
Certo, il fatto che le aziende chiedano più credito non significa automaticamente che poi lo ottengano, ma l’incrocio con i dati emersi ieri dall‘Osservitalia di Cerved confortano su questo punto, visto che nel 2015 si è registrato un aumento dell’indebitamento delle pmi (si veda altro articolo di BeBeez).
Da un lato, infatti, dal Rapporto Cerved emerge che è terminata la discesa dei debiti finanziari, che aveva caratterizzato gli anni dal 2011 in poi, con le pmi che segnano una prima inversione di tendenza nel 2015 e con il livello di debiti finanziari che torna in linea con quello del 2008, segno appunto del fatto che il sistema bancario è tornato a fornire credito con maggiore facilità. Dall’altro, viene evidenziato che prosegue il rafforzamento del capitale proprio: tutte le classi dimensionali vedono infatti crescere il patrimonio netto a ritmi sostenuti, dal +3,4% delle grandi aziende al +5,2% delle piccole (con le pmi che fanno segnare +4,9%), confermando un trend di crescita che si è mantenuto pressoché costante a partire dal 2008.