Pillarstone Italy studia il dossier Rdb Armatori. Lo scrive oggi MF Shipping & Logistica, ricordando che la shipping company di Torre del Greco (Napoli) è in concordato preventivo e che dovrà presentare entro la prossima adunanza dei creditori fissata per il 1° marzo 2017 un piano di ristrutturazione del debito ex articolo 182-bis della Legge Fallimentare. L’idea sarebbe quella di presentare una proposta concordataria in competizione a quella delle famiglie proprietarie di Rbd (Rizzo, Bottiglieri e De Carlini).
Rbd Armatori ha un indebitamento complessivo superiore a 1 miliardo di dollari, di cui 750 milioni fanno capo a istituti di credito: Mps (227 milioni), Goldman Sachs (206,1), Intesa Sanpaolo (158), Ubi (50,9), Deutsche Bank (38), Bper (21,2), Cariparma (21,2) e Dnb (20,1).
La crisi di Rdb Armatori si trascina ormai da anni. A fine dicembre 2015 le banche creditrici avevano dato il via libera a una precedente versione del piano che prevedeva la vendita di sette navi e lo scorporo di altre unità più alcuni asset immobiliari (l’hotel Le Palma di Capri, Villa Olivella a Torre del Greco e altre proprietà) in un’altra società le cui azioni sarebbero state conferite alle banche creditrici uscendo così dal perimetro del gruppo (si veda MF Milano Finanza).
Solo poco più di tre anni fa Rbd era passata per un primo accordo di ristrutturazione del debito (si veda MF Milano Finanza). In quell’occasione le banche (in prima linea Unicredit, Intesa Sanpaolo, Montepaschi, Banco Popolare e GE Capital Interbanca) che a fine novembre 2012 erano esposte per 642 milioni a fronte di un patrimonio netto del gruppo di soli 19 milioni, avevano accettato di consolidare le esposizioni a breve, chiudere tutti i contratti derivati e allungare al 30 giugno 2027 la scadenza delle linee a medio lungo termine in essere, uniformando al ribasso gli spread. Non solo. Le banche avevano dato il via libera a nuovi finanziamenti a medio-lungo termine per 94,5 milioni di dollari. Il tutto a fronte di uno sforzo degli azionisti che è consistito nella conversione a capitale di un finanziamento soci da 6,3 milioni e nella messa in vendita degli immobili del gruppo.
Nel settore Pillarstone ha già siglato la prima operazione la scorsa primavera con Premuda, rilevandone l’esposizione debitoria verso Unicredit, Intesa Sanpaolo ed entro fine anno è attesa la sigla dell’accordo di ristrutturazione del debito della compagnia italiana con tutte le banche creditrici (si veda altro articolo di BeBeez), mentre a inizio novembre a livello di holding Pillarstone ha assunto un esperto di shipping, Jens Martin Jensen, proprio al fine di prepararsi a investire massicciamente nel settore in Europa. D’altra parte Pillarstone, dopo l’Italia,ha lanciato la sua attivitò anche in Grecia, patria di armatori per antonomasia (si veda altro articolo di BeBeez).