Fondata nel 2003, Veneto Nanotech coordinava le attività del distretto hi-tech per le nanotecnologie applicate ai materiali e si poneva come interlocutore a livello istituzionale e come referente per le aziende e istituti di ricerca interessati a innovare per creare prodotti a contenuto sempre più tecnologico nell’ambito delle nanotecnologie. La crisi era stata ampiamente annunciata e la storia di quello che era un laboratorio di eccellenza per la regione è stata oggetto di grandi polemiche sulle stampa locale e ora in molti temono la rivalsa da parte dei creditori non privilegiati nei confronti della Regione con cause civili (si legga Il Corriere del Veneto per un bel riassunto della storia).
Il piano concordatario è stato curato per la parte legale da GDLegal, e per la parte commercialistica da Gianluca Vidal dell’omonimo studio. Attestatore del piano è Fabio Galliodi Terrin. Liquidatore giudiziario è stato nominato Gaetano Terrin di Padova.
Il piano è sostanzialmente liquidatorio e prevede, tra l’altro, la cessione dei rami d’azienda, ossia il laboratorio per la nanofabbricazione e fotonica di nanodispositivi denominato Lann di Padova, e il laboratorio nano-biotech focalizzato su valutazioni di impatto di nanomateriali su ambiente e salute umana denominato Ecsin di Rovigo, attualmente concessi in affitto a Ecamricert di Vicenza. L’attivo concordatario è stimato in circa 4 milioni e il passivo complessivo in circa 12 milioni.