Stretta finale per il passaggio di tre delle quattro good bank a Ubi Banca. Oggi, secondo quanto scrive MF Milano Finanza, i consigli di sorveglianza e di gestione di UbI Banca sono convocati oggi per dare l’ok al passaggio di CariChieti, Banca Marche e Popolare Etruria all’istituto guidato da Victor Massiah, mentre domani (si veda l’Ansa), dovrebbero riunirsi i cda delle tre banche per deliberare la vendita di un pacchetto di crediti deteriorati al fondo Atlante 2, appunto in vista delle nozze con Ubi.
Come noto, le inadempienze probabili e le sofferenze a fine giugno 2016 delle tre banche ammontavano in tutto a 3,7 miliardi lordi (mentre circa 500 sono relativi a Ferrara) e la loro cessione determinerà una perdita che dovrà essere tamponata con una iniezione di capitali freschi. Per questo motivo il Fondo di risoluzione (alimentato con denaro che tutte le banche italiane sono obbligate a versare) dovrebbe intervenire con un’iniezione di capitale, sgravando così parzialmente Ubi Banca, che a quel punto potrebbe varare solo un aumento di circa 400 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
L’Autorità di risoluzione sta cercando di chiudere l’operazione entro il 31 dicembre, ma gli ultimi tasselli da sistemare potrebbero far slittare l’intesa all’inizio del 2017.
Quanto all’intervento del fondo Atlante 2, al momento la sua dotazione resta quella annunciata a inizio agosto con un comunicato stampa, quanto Quaestio Capital sgr aveva comunicato l’inizio dell’operatività del fondo, grazie a sottoscrizioni per 1,715 miliardi di euro. L’amministratore delegato di Quaestio Capital sgr, Paolo Petrignani, in occasione del suo intervento a metà settembre al convegno annuale organizzato da Banca Ifis a Venezia sul tema dei non performing loan, aveva detto che il 3 ottobre sarebbe stato annunciato il primo closing di Atlante 2, mentre per il secondo closing ci sarà tempo sino a luglio 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). In realtà però l’annuncio ufficiale del primo closing non c’è ancora stato.
“In ogni caso già con il primo closing avremo capitali sufficienti per partecipare alla cartolarizzazione di Npl di Mps”, aveva aggiunto Petrignani, riferendosi all’impegno di sottoscrizione della tranche mezzanina per 1,6 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez). Ora, però, quell’impegno per il momento è in stand-by, visto che la cessione degli Npl di Mps è di nuovo tutta da discutere, così come la cessione a Cerved della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati (si veda altro articolo di BeBeez), operazioni entrambe condizionate al buon esito della ricapitalizzazione della banca da parte di nuovi investitori privati, cosa che come noto non è avvenuta e che quindi ha comportato l’intervento d’urgenza dello Stato (si veda qui il testo del decreto legge su disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditiziono del 23 dicembre scorso).
Tuttavia, Atlante ha fatto sapere di essere comunque disponibile a intervenire nell’ambito di una nuova operazione di cartolarizzazione degli Npl, anche qualora ci fosse un intervento dello Stato nel capitale (scarica qui il comunicato stampa). Ma ciò significa che a oggi non ci sarebbero altri capitali a disposizione per rilevare i deteriorati delle tre good bank, che andrebbero quindi reperiti nei prossimi mesi e prima del closing della vendita delle tre good bank.