“Pensavo si potesse realizzare un mercato degli Npl in Italia, ma dopo l’esperienza degli ultimi sei mesi sono scettico”, ha detto ieri Alessandro Penati, presidente di Quaestio Capital Management sgr, a margine di un convegno organizzato a Milano dalla Fondazione Geometri.
Penati ha criticato l’atteggiamento degli investitori di Atlante, a partire dalle banche che nei bilanci del 2016 hanno scelto di svalutare la quota nel fondo (si veda altro articolo di BeBeez): “Questa cosa della svalutazione mi fa imbestialire; c’è una lungimiranza pari a zero. Investi in una banca fallita e dopo sei mesi svaluti”. E ha aggiunto il manager: “Il fondo è nato e si è comprato le banche venete in un’ipo con numeri che erano da libro dei sogni. C’e una responsabilità mica da ridere. Quei numeri erano ridicoli. Cosa abbiamo poi trovato dentro .. in parecchie situazioni: scava scava e diventa un horror story”.
Il numero uno di Quaestio ha poi commentato il flop della maxi-cartolarizzazione di Mps: “Questo è un esperimento che avrebbe dato la materia prima per fare una piattaforma utile a tutte le banche, anche se a mio avviso è finito. La struttura degli npl è stata via via aggiustata a sostegno dell’aumento di capitale, che è stato pensato male e gestito peggio”. E, ha aggiunto Penati, quanto al piano di salvataggio pubblico a cui in queste settimane stanno lavorando Mps e il Tesoro, “direi che è escluso l’intervento di Atlante”.
Nei prossimi giorni Atlante sarà concentrato sul fronte veneto. Come riassume oggi MF Milano Finanza, i dettagli del piano industriale, che prevede la fusione tra Banca Popolare Vicenza e Veneto Banca, saranno noti entro fine mese, mentre l’aggregazione potrebbe concretizzarsi a settembre. Penati ha ricordato che senza l’intervento di Atlante i due istituti sarebbero andati “dritti in risoluzione”, mentre invece in nove mesi il fondo è riuscito a “tirarle fuori” e ora sta chiedendo alla Bce l’autorizzazione al piano. “Se chiudiamo la fusione per inizio settembre abbiamo due ristrutturazioni, due badco e una fusione: in un anno credo sia un record”, ha concluso.
Sullo sfondo resta l’ipotesi di un intervento pubblico nella forma della ricapitalizzazione precauzionale: “Vogliamo utilizzare questo strumento nel modo giusto: noi dobbiamo restare azionisti e rimanere al controllo. La ricapitalizzazione precauzionale è un intervento temporaneo e di minoranza per permettere di eseguire il piano e dare le garanzie alla Bce”, ha spiegato Penati. Valutazioni più approfondite saranno comunque svolte quando si conoscerà l’ammontare dell’aumento di capitale e la modalità di applicazione del burden sharing. A quel punto Quaestio potrebbe decidere di destinare anche le risorse di Atlante 2 (circa 1,7 miliardi di euro) al rafforzamento delle due banche venete: “È una possibilità”, ha concluso Penati.