Al 31 dicembre 2016 nel portafoglio di Digital Magics risultavano 60 società partecipate (erano 49 nel 2015), appartenenti principalmente ai settori digital media, digital marketing, internet of things, fintech, healthtech, e-commerce, Made in Italy (food, fashion, design) e servizi b2b per le imprese. Lo ha comunicato ieri il venture incubator quotato a Piazza Affari, precisando che il dato è al netto dei write off e che nel 2016 sono stati condotti investimenti per 3,1 milioni (da 2,6 milioni nel 2015), cui si aggiungono 10,3 milioni (da 7,2 milioni) investiti nelle partecipate da soggetti terzi per un totale di 13,4 milioni nel 2016 (scarica qui il comunicato stampa).
Il risultato dell’esercizio è stato però negativo per Digital Magics per 3,2 milioni (da 1,2 milioni a fine 2015) dopo svalutazioni di partecipazioni in startup per 2,9 milioni (da 965 mila). La società ha infatti effettuato 10 write-off (svalutazione integrale delle partecipazioni) che hanno inciso significativamente sul risultato del 2016. L’intervento è relativo a quei progetti per i quali non si è ritenuto esistessero ulteriori possibilità di concreto sviluppo. Il modello di business dell’incubatore prevede infatti che, all’interno del portfolio in continua crescita, solo le migliori startup possano continuare a essere sostenute.
Quanto ai programmi di Open Innovation, nel 2016 ne sono stati portati a termine oltre dieci con primarie aziende committenti, tra cui Gruppo Adecco, Cisco, Gruppo Intesa Sanpaolo, Bricoman Italia, Fastweb, Poste Italiane e Nice.L’Open innovation è un approccio all’innovazione che permette di introdurre soluzioni innovative e intraprendere il processo di digital transformation, firmando importanti accordi commerciali con le startup, coinvolte e selezionate. Nel corso del 2017 si aggiungeranno ulteriori 15 programmi.