Enrico Marchi e Andrea De Vido, cofondatori del gruppo Finanziaria Internazionale e soci al 50% della holding di Conegliano Veneto, hanno annunciato nella tarda serata di domenica 2 aprile l’accordo che porterà Marchi al pieno controllo del gruppo Finint, grazie a un riassetto dell’azionariato della controllata Save, concessionaria degli scali aeroportuali Marco Polo di Venezia e Canova di Treviso (scarica qui il comunicato stampa).
De Vido, infatti, si trova in gravi difficoltà economiche, dopo una serie di investimenti sbagliati e debiti personali per circa 100 milioni, legati a operazioni con Popolare Etruria finanziati da Veneto Banca. De Vido aveva dato in pegno 26,34% delle azioni di Finint. Tuttavia, perché la quota della holding in mano a De Vido si trasformi in cash, era necessario un accordo con Marchi. La cifra alla quale verrà liquidato de Vido dovrebbe essere tra 100 e 120 milioni di euro (si veda altro aricolo di BeBeez).
L’accordo, subordinato al via libera di Banca d’Italia e dell’Antitrust entro il 30 luglio, prorogabile entro il 30 agosto, prevede l’acquisto, da parte di Marchi (tramite le holding Giovanni Marchi e Aprile) del 50% di Finint di proprietà, diretta e indiretta, di de Vido, che uscirà quindi dall’azionariato.
Marchi ha poi siglato un secondo accordo per cedere la partecipazione di controllo del gruppo Finint in Save a una newco controllata congiuntamente dallo stesso Marchi e dai fondi infrstrutturali gestiti da Deutsche Asset Management e InfraVia Capital. Nell’ambito di questa operazione, Star Holdings, società controllata indirettamente da Morgan Stanley Infrastructure, si è impegnata a vendere la sua partecipazione indiretta in Save.
Save a oggi è controllata al 59,6% da Marco Polo Holding (51,2%), Agorà Investimenti (7,8%) e Finint (0,6%). MPH e Agorà sono due veicoli che fanno capo per il 56,9% a Finint Holding e per il 43,1% al fondo di Morgan Stanley, che quindi indirettamente detiene il 25,4% di Save.
L’operazione, condizionata a sua volta al via libera dell’Antitrust entro il 30 luglio, prorogabile entro il 30 agosto, prevede una valorizzazione dell’azione di Save al prezzo di 21 euro per azione e sarà finanziara dal Gruppo Intesa Sanpaolo e da UniCredit, dopodiché la newco dovrà lanciare un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria su Save al medesimo prezzo. Ovviamente i passi successivi, incluso l’eventuale delisting, dipenderanno dal livello delle adesioni. In particolare, molto sarà legato alla scelta di Atlantia, a cui fa capo il 22,1% del capitale di Save. La borsa, intanto,ha reagito con entusiasmo all’annuncio del riassetto, spingendo il titolo oltre il prezzo dell’opa: Save ieri ha chiuso a 21,9 euro con un balzo del 7,93% da venerdì 31 marzo.
“Si è trattato di un passo fondamentale per una realtà nata oltre 30 anni fa, che è cresciuta fino a diventare un operatore finanziario, e oggi anche una banca, di rilievo nazionale e internazionale e che anno dopo anno sta consolidando il proprio posizionamento nell’investment banking, asset management e business processing outsourcing”, ha commentato Marchi, aggiungendo che “durante la definizione del nuovo corso, abbiamo riscontrato un grande interesse per la più rilevante delle partecipazioni di Finanziaria Internazionale, la Save. (…) Dopo Morgan Stanley, che ringrazio per la collaborazione di questi anni abbiamo trovato in InfraVia e Deutsche Asset Management i migliori compagni di viaggio possibili per intraprendere un nuovo percorso di sviluppo, sempre nel solco di un progetto industriale già ben noto e definito: far crescere un Sistema degli Aeroporti del Nord Est forte, indipendente, al servizio del territorio che rappresenta”.
Enrico Marchi e i fondi di Deutsche Bank e Infravia sono stati assistiti da Banca Imi e UniCredit in qualità di advisor finanziari e Bonelli Erede in qualità di advisor legale. Gianni Origoni Grippo Cappelli and Partners hanno assistito InfraVia e Legance Avvocati Associati hanno operato quali advisor legali di Deutsche Asset Management. Latham & Watkins ha assistito Star Holdings e Morgan Stanley Infrastructure.