De Cecco torna a studiare lo sbarco in Borsa. Lo scrive oggi MF Milano Finanza, riferendo che il quinto punto dell’ordine del giorno dell’assemblea dei soci del pastificio, in calendario per il prossimo 27 aprile (il giorno successivo in seconda convocazione) recita “Presentazione e avvio del processo di ammissione a quotazione”.
Non è la prima volta che la società di Fara San Martino (Chieti) pensa allo sbarco a piazza Affari. Dieci anni fa era stato dato mandato alle banche (Mediobanca , JPMorgan e Lazard) per occuparsi della quotazione allo Star, ma poi il progetto fu messo in soffitta.
Adesso, invece, le varie anime dell’azienda, rappresentate dai tre top manager (il presidente Filippo Antonio De Cecco e i due amministratori delegati Saturnino e Giuseppe Aristide), sembrano pronte a percorrere di nuovo e fino in fondo la via che punta all’approdo sul listino.
Un primo approccio con gli investitori il gruppo De Cecco l’aveva fatto poi due anni fa, quando nel febbraio 2015 ha emesso un minibond da 12,5 milioni, interamente sottroscritto dal Fondo Sviluppo Export, il fondo di Sace dedicato al private debt (si veda altro articolo di BeBeez).
De Cecco ha chiuso il 2015 con 416 milioni di euro di ricavi consolidati, 45,4 milioni di ebitda, un utile netto di 2,3 milioni e un debito finanziario netto di 204,3 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Fondato nel 1886, De Cecco non produce solo pasta, ma anche olio extravergine d’oliva, sughi pronti, derivati del pomodoro e bakery (sostitutivi del pane) ed è un marchio molto noto in Italia e all’estero, forte della sua presenza in 120 mercati, con un importante presidio in Francia, Germania, Inghilterra, negli Usa e in Giappone, e della certificazione halal che garantisce la conformità alla disciplina islamica per i consumatori musulmani.