È stato un deciso cambio di passo quello dell’equity crowdfunding italiano nel primo trimestre del 2017. Secondo i dati diffusi da Crowdfunding Buzz, nei primi tre mesi dell’anno 10 startup e una Pmi innovativa si sono finanziate per una raccolta complettiva di oltre 2,17 milioni di euro, un dato più che triplicato rispetto allo stesso periodo del 2016 e superiore a quello dell’intero 2015. Mediamente le campagne di questo inizio di 2017 hanno raccolto 198 mila euro. La parte del leone l’hanno fatta i portali CrowdFundMe e Mamacrowd con rispettivamente, 3 e 4 campagne chiuse, raccogliendo la prima 729 mila euro e la seconda 783 mila.
Ancora più vistoso l’aumento del numero di investitori coinvolti nelle campagne di raccolta dei portali del nostro paese: tra gennaio e marzo in 764 hanno investito con lo strumento dell’equity crowfunding, più di quanti lo avessero fatto in tutto il 2016. A livello dei singoli portali, la palma per il maggior numero di investitori coinvolti in una campagna va a CrowdFundMe. Le raccolte della piattaforma milanese sono state di gran lunga le più “crowd”: con 444 investitori (al lordo dei sottoscrittori ‘seriali’, cioè che hanno partecipato a più campagne) hanno rappresentato più di metà del pubblico degli investitori italiani in equity crowdfunding dell’inizio del 2017. Ciascuna delle tre campagne presentate con successo su CrowdFundMe ha ricevuto in media 148 investimenti, a distanza segue Mamacrowd con 56 investimenti per ogni raccolta.
Quello dell’aumento del numero di investitori è forse questo il segnale più importante per un settore che, nonostante la crescita a tre cifre dei capitali raccolti, resta ancora allo stato embrionale, rispetto alle potenzialità offerte dai circa 4 mila miliardi di euro di patrimonio di risparmio finanziario delle famiglie italiane. Se da un lato le campagne attirano sempre più investitori, anche non strettamente professionisti, dall’altro la portata della raccolta rimane ben lontana da realtà più avanzate come la Gran Bretagna, dove la sola piattaforma Crowdcube ha raccolto oltre 168 milioni di sterline per più di 400 progetti dal suo lancio nel 2011.
Le raccolte iniziano anche a portare i primi esempi di rivalutazione e, quindi, di guadagno. Cynny ad esempio, tra la sua raccolta sul portale Starsup, chiusa nel giugno 2015 con oltre 50 mila euro di raccolta, e quella su CrowdFundMe chiusa lo scorso mese con oltre 300 mila euro di raccolta, ha aumentato la sua valutazione, passando da circa 31 milioni di euro a 100 milioni. Il valore delle quote di chi aveva creduto nel progetto durante la sua prima raccolta di due anni fa è quindi triplicato. CleanBnB, che ha chiuso a giugno 2016 la sua campagna da 120 mila, ha da poco concluso un secondo aumento di capitale privato a una valutazione pre-money quasi doppia rispetto a quella raggiunta dopo il round di crowdfunding.