La piattaforma web di intermediazione di fatture Wokinvoice ha siglato un accordo di collaborazione con Fivesixty, network di professionisti fondato nel 2009 da Massimo Minolfi (ex dg Banco Popolare ed ex ad Unicredit Factoring) e a cui si sono affiancati Gianni Coriani (ex top banker Unicredit), Roberto Sidoti (studio legale Sidoti & Partners) e Luigi Moncada (ex commissario straordinario Banca MB ed ex ad di Unicredit Factoring), per supportare gli imprenditori nella crescita e nello sviluppo continuo dell’impresa nei processi di cambiamento.
Workinvoice ormai intermedia circa 2 milioni di euro a settimana di fatture emesse da pmi italiane con un turnover crescente che oggi è ci circa 58 milioni di euro. Nel primo anno di attività, il 2015, aveva visto soltanto 3 milioni di intermediato, mentre l’anno scorso si erano toccati i 30 milioni e più di 20 milioni sono già stati intermediati in meno di quattro mesi quest’anno.
L’accordo annunciato ieri consentirà a Workinvoice di ampliare la base dei propri contatti tra i fornitori di gruppi industriali di medie e grandi dimensioni e permetterà a Fivesixty di ampliare la propria offerta proponendo alle aziende nuovi e flessibili strumenti per rendere liquidi i propri crediti commerciali in modo trasparente, flessibile e in tempi molto rapidi. Le aziende che utilizzano Workinvoice hanno infatti riportato una riduzione del proprio costo del debito fino al 30% e fatturati in crescita in media del 64%.
“In media le aziende sulla nostra piattaforma cedono fatture con scadenze comprese tra i 45 e 120 giorni, per importi medi di 70 mila euro, ma con minimi di 10 mila e massimi di 250 mila. Il tutto pagando tassi di interesse compresi tra lo 0,5% e l’1% al mese”, ha detto a MF Milano Finanza l’amministratore delegato Matteo Tarroni, Un tasso che su base annua è certo molto, ma nella realtà si tratta di operazioni molto brevi, con le pmi che ottengono il denaro in pochissimo tempo, per cui sono disposte a pagare un premio sensibile per questo servizio. “Si tratta di aziende che operano in tutti i settori e molto diverse per dimensioni, con ricavi che fanno dai 500 mila euro ai 120 milioni”, ha detto ancora l’ad di Workinvoice.
Quanto agli investori, ha precisato Tarroni, “per il 90% sono istituzionali. Si tratta di piccoli fondi chiusi esteri specializzati negli investimenti in fatture su piattaforme web a livello internazionale, che in genere hanno tra i 30 e i 50 milioni di euro di asset in gestione, oppure fondi aperti Ucits che scelgono di investire in queto tipo di asset la quota di liquidità del fondo oppure ancora veicoli di cartolarizzazione dedicati all’acquisizione di questo tipo di crediti, che vengono poi cartolarizzati. Con tutti questi soggetti non abbiamo accordi precisi: investono quanto vogliono e quando vogliono sulle fatture che preferiscono”. Qualche esempio?
Il fondo chiuso Advanced Global Capital, specializzato nel cosiddetto impact investing e finanziato e guidato da Janet McKinley, che è stata in passato tra i vertici del colosso charity Oxfam. Oppure Method Investments UK, un fondo di investimento Ucits inglese, e Factor@Work, portfolio manager con sede in Italia fondato da Riccardo Carradori (partner di Lucciola & partners, ed ex ceo di Coface Italia e di Zucchi group), che lo scorso gennaio ha annunciato il suo primo acquisto sulla piattaforma di 5 milioni di euro di fatture che ha poi cartolarizzato. Workinvoice ha organizzato la transazione, mentre Zenith Service (gruppo Arrow Global) ha fornito la società-veicolo e ha svolto il ruolo di master servicer.
Fondata a fine 2013 da Tarroni, Ettore Decio e Fabio Bolognini, la società è una startup innovativa, che ha raccolto sinora 1,6 milioni di euro di capitale provenienti dai soci operativi (65%), dalla famiglia di imprenditori triestini della logistica Pacorini (7,9%), da business angel e da Maurizio Cereda (2%), ex banker di Mediobanca per anni a capo dei servizi di equity capital market, che in Workinvoice oggi ha anche un ruolo di advisor, così come Roberto Nicastro (per i rapporti con le banche).