Il Gruppo Coin torna sul mercato. Secondo quanto anticipato mercoledì dal Sole 24 Ore e confermato ieri da varie fonti, l’azionista di maggioranza BC Partners avrebbe dato mandato a Rotschild per gestire il processo di vendita.
Il gruppo è controllato dal 2011 dal fondo BC Partners, in coinvestimento con Investindustrial e Ontario Teachers Pension Plan e con il management. Nel dettaglio, al momento delll’acquisizione, dopo il delisting da Piazza Affari, il Gruppo Coin, tramite la lussemburghese Icon 1 sa, faceva capo per l’80,5% al fondo Bc Partners, per il 13,68% all’Ontario Teachers Pension Plan, per il 4,56% al fondo Investindustrial (tramite GB Holdings) e per l’1,245% ai manager. I nuovi azionisti non avevano investito solo equity, ma anche sottoscritto strumenti finanziari di debito convertibili, non convertibili e pik (con interessi capitalizzati da pagarsi a scadenza) emessi da Icon sa in maniera non proporzionale alla partecipazione all’equity, con Investindustrial in particolare che aveva sottoscritto l’intera emissione di strumenti pik per 57,5 milioni (si veda MF Milano Finanza).
Nell’aprile 2013, poi, gli azionisti avevano ricapitalizzato il gruppo per 53,8 milioni di europer riequilibrare la situazione finanziaria e consentire al gruppo di mantenere inalterato il programma di investimenti (si veda MF Milano Finanza). La ricapitalizzazione, a opera della holding Icon 2 sarl era una mossa necessaria, visto che l’esercizio 2012-2013 aveva registrato sì una sostanziale tenuta del fatturato a 1,465 miliardi (dai 1,492 miliardi dell’anno prima), ma aveva visto l’ebitda crollare a soli 150 milioni dai 186,9 dell’anno precedente.
Il Gruppo Coin ha chiuso l’esercizio 2015-2016 al 31 gennaio 2016 con 1,56 miliardi di euro di ricavi (da 1,51 miliardi l’anno prima) e un debito finanziario netto di 358,6 milioni (da 822,5 milioni) (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
L’uscita dalla catena di abbigliamento, che controlla anche la quotata Ovs, è in realtà allo studio da tempo. Proprio in occasione della cerimonia di quotazione di Ovs a Piazza Affari nel marzo 2015 (si veda altro articolo di BeBeez), il partner di BC Partner Nikos Stathopoulos, che è anche presidente di Coin, aveva dichiarato che il fondo era aperto a tutte le opzioni: una futura quotazione, la cessione a un altro fondo di private equity o la vendita a fondi sovrani. “Non abbiamo ancora deciso”, aveva precisato, aggiungendo che “Coin potrebbe essere una buona possibilità per una società intenzionata a entrare in Italia dal momento che è il maggior operatore di department store nel Paese”.
Un paio di settimane fa Coin ha ceduto in collocamento accelerato (accelerated bookbuilding) l’11% del capitale di Ovs e contestualmente l’amministratore delegato Stefano Beraldo e i principali manager di Ovs hanno acquistato dal gruppo Coin lo 0,935% del capitale. Con la doppia operazione Coin ha quindi incassato 166 milioni di euro ed è sceso al 30,185% (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’aprile 2016 Coin aveva ceduto una prima tranche del 10% del capitale di Ovsper 129 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
L’ipo del 2015 aveva riguardato il 47,88% del capitale di Ovs a 4,1 euro per azione, per un totale di 445,6 milioni di euro raccolti con l’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione. Così Coin era rimasta al 52,12%.