Il gruppo Waste Italia spa, quotato a Piazza Affari, ha annunciato lo scorso lunedì 21 agosto di aver depositato presso il Tribunale di Milano il ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo “con riserva” ai sensi dell’art. 161, 6°comma della Legge Fallimentare, con l’obiettivo di depositare successivamente una domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo con “continuità aziendale” e quindi di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis LF (scarica qui il comunicato stampa).
E questo, aveva spiegato il Cda a valle della delibera, “in ragione del perdurante squilibrio finanziario dovuto alla mancata conclusione degli accordi con i creditori delle società partecipate”(scarica qui il comunicato stampa). Il gruppo aveva già chiesto il concordato in bianco per le sue controllate Waste Italia Holding srl, Waste Italia spa, Sms srl e Faeco srl lo scorso aprile (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Il gruppo Waste aveva spiegato allora che il concordato in bianco era l’unica soluzione disponibile per proteggere il patrimonio della società, dopo che Waste Italia aveva ricevuto un avviso di accelerazione del bond da 200 milioni a scadenza novembre 2019 e quotato all’ExtraMot Pro da parte di alcuni detentori delle obbligazioni rappresentanti una quota superiore al 25% a seguito dei mancati pagamenti dei due ultimi coupon e dell’interruzione del tavolo negoziale con il Comitato dei bondholders.
Waste Italia nel maggio 2016 non aveva infatti pagato una prima cedola da 10,5 milioni di euro (il bond paga una cedola semestrale del 10,5% all’anno) e non ha più pagato da allora nessuna cedola. La nota di accelerazione era pervenuta anche e da parte di Bnp Paribas, titolare della revolving credit facility di 15 milioni di euro connessa al bond Waste. A garanzia del bond e della linea revolving Waste Italia Holding e Waste Italia avevano dato in pegno azioni e conti correnti.
Lo scorso 8 agosto il gruppo Waste Italia aveva comunicato (scarica qui il comunicato stampa) che la proposta effettuata dalla controllata Waste Italia ai bondholder e a BnpParibas, così come compresa all’interno del ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo depositata lo scorso 4 agosto, prevede l’emissione di strumenti finanziari partecipativi a favore dei bondholder e di Bnp entro 210 giorni dall’omologazione del concordato Waste Italia per un valore nominale degli strumenti pari al 10% del valore complessivo dei crediti connessi al bond Waste e alla linea revolving, per linea capitale e interessi maturati.
Gli strumenti partecipativi avranno scadenza, e conseguente rimborso del valore nominale associato, entro cinque anni dall’avvenuta omologazione del concordato e, nel caso in cui la società non dovesse essere in grado di liquidarli, i detentori degli stessi si troveranno automaticamente ad avere il possesso della maggioranza delle azioni della società Sostenya Green spa. Quest’ultima, in quanto assuntore, dovrebbe proseguire nell’attività di impresa di Waste Italia spa, da cui ha ricevuto in capo il trasferimento dell’intero patrimonio e delle passività della stessa Waste Italia.
Sostenya Group Plc controlla oggi il 44% del capitale di Waste Italia e a sua volta fa capo per il 44% all’ex presidente Pietro Colucci, mentre il resto del capitale di Waste Italia è controllato per il 22,1% da Synergo sgr e per l’8,9% dal Comune di Settimo Torinese (tramite Azienda Sviluppo Multiservizi spa in liquidazione). Gruppo Waste Italia è il nuovo nome di Kinexia. Il fondo di Synergo sgr era entrato nel capitale di Kinexia nel luglio 2014, in cambio della cessione a Kinexia della sua partecipazione in Waste Italia.