Ha una potenza di fuoco di 300 milioni di euro la piattaforma fintech Credimi, fondata dal ceo Ignazio Rocco di Torrepadula, insieme a un gruppo di giovani con competenze informatiche e finanziarie.
Lo ha detto a MF Milano Finanza in edicola da sabato 14 ottobre Francesca Todeschini, cofondatrice e responsabile delle partnership di Credimi, che proprio nei giorni scorsi ha annunciato un rinnovato impegno degli investitori istituzionali sul business portato dalla piattaforma per ulteriori 25 milioni, portando così il totale degli impegni a 72,5 milioni (incluso l’impegno di Credimi per un 5% del totale). Una cifra, questa, che viene poi moltiplicata per più di quattro volte, visto che le fatture commerciali oggetto di compravendita hanno scadenza inferiore ai tre mesi. Grazie al nuovo impegno di investimento, dunque, la potenza di fuoco di Credimi arriva appunto a 300 milioni.
Todeschini ha spiegato: “Da fine 2016 a oggi abbiamo già comprato oltre 2 mila fatture e richiamato circa la metà del totale degli impegni che avevano sottoscritto a fine 2016 con i nostri quattro investitori e cioè Anima sgr, Anthilia Capital Partners sgr, BG Fund Management Luxembourg sa (gruppo Banca Generali) e Tikehau Capital. I capitali in questione sono stati fatti ruotare più volte, perché le fatture in hanno scadenza anche inferiore ai tre mesi, in questo modo in dieci mesi abbiamo erogato crediti per circa 40 milioni di euro. Il che è un record, anche in confronto a nostri competitor europei (Funding Circle, MarketInvoice e Finexkap, ndr) che ora superano il miliardo di sterline di erogato all’anno, ma che appunto nei primi mesi di vita erano cresciuti meno di noi”.
“Un 35% circa dei nostri finanziamenti è andato sul credito di filiera”, ha detto Todeschini, precisando: “Sostanzialmente abbiamo fatto accordi con aziende medio-grandi perché ci convogliassero i crediti che i loro fornitori hanno nei loro confronti. Per esempio, abbiamo siglato accordi di questo tipo con Ariston Thermo e con Pittarosso e con il gruppo estero JAB, proprietario dei brand di calzature Jimmy Choo e Bally. Per il resto abbiamo finanziato direttamente sia aziende medio-grandi che hanno ceduto le loro fatture verso specifici debitori tramite la nostra piattaforma, come la stessa ItaChoo (sempre gruppo JAB) oppure Giglio Group, sia aziende di dimensioni più contenute e più specializzate come Emaze che si occupa di cybersecurity a livello globale o Akinda, un’agenzia web che è anche attiva nel publishing”.
A oggi il rendimento lordo per gli investitori è di circa il 4% all’anno, tenuto conto di un tasso di default dello 0,3% e considerando che gli investitori non comprano direttamente le fatture, ma delle note derivanti dalla cartolarizzazione delle fatture che Credimi compra sulla piattaforma. Quelle note pagano una cedola trimestrale che su base annuale è pari a circa euribor più 450 punti base.