Punta a chiudere l’anno con 65 milioni di euro di ricavi il gruppo vinicolo abruzzese Farnese Vini srl, il doppio rispetto al 2012 e con il 96% del fatturato prodotto all’estero. Lo ha detto in un’intervista a La Repubblica Valentino Sciotti, presidente e amministratore delegato del gruppo da lui fondato e controllato dall’agosto 2016 da NB Renaissance, che a sua volta ha comprato la quota da 21 Investimenti in un’operazione di secondary buyout (si veda altro articolo di BeBeez).
L’anno scorso la società ha chiuso il bilancio con 60,8 milioni di ricavi, 6,6 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 34,2 milioni (si veda qui l’analisi Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Nata nel 1994 in Abruzzo, con la Cantina Caldora e Fantini, Farnese si è estesa poi in Puglia con Vigneti Salento, in Sicilia, con Cellaro e Vigneti Zabù, in Basilicata, Vigneti del Vulture, e in Campania, con la cantina Vesevo. Da poco è sbarcata anche in Toscana, grazie alla partnership con la famiglia Rossetti, dove si arricchisce di altre nove etichette, per un totale di 80.
Obiettivo di medio termine è poi ovviamente Piazza Affari. “Andare in Borsa, per dimostrare che il Sud, preso in considerazione solo per i vini da taglio è riuscito a valorizzarsi e a farlo condividendone i vantaggi con chi vive quotidianamente quel territorio”, ha detto infatti ancora Sciotti a La Repubblica.