Guala Closures, il gruppo leader mondiale nella produzione di chiusure di sicurezza per liquori, vino, olio e aceto, acqua e bevande e prodotti farmaceutici, ha annunciato ieri l’acquisizione del business delle chiusure a vite di Icsa (Industria Corcher), società cilena specializzata nella commercializzazione di prodotti per l’industria del vino in Sud America (scarica qui il comunicato stampa).
L’attività di Icsa oggetto dell’acquisizione ha registrato un fatturato di circa 4 milioni di dollari nel 2016 e permetterà a Guala Closures di incrementare la propria capacità di produzione locale per far fronte alle crescenti richieste dei vini sudamericani. L’operazione segue peraltro da vicino quella recente dell’acquisto delle linee di produzione di sovrattappi in legno di Limat in Messico. Mentre la scorsa settimana, a Mumbai, Guala ha finalizzato l’acquisizione annunciata lo scorso luglio del 100% di Axiom Propack Pvt Ltd, società indiana attiva nella produzione di chiusure di sicurezza per alcolici (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo, che ha sede a Spinetta Marengo in Piemonte in provincia di Alessandria, fa capo GCL Holdings sca ed è controllato dai private equity aPriori Capital Partners e NB Renaissance Partners e partecipato in minoranza dai manager, guidati dal presidente e amministratore delegato Marco Giovannini.
Guala ha chiuso il primo semestre 2017 con 251 milioni di euro di ricavi, 47,5 milioni di ebitda rettificato, un utile netto di 0,9 milioni e 546,1 milioni di euro di debito finanziario netto. Il bilancio 2016 si era chiuso con 520,5 milioni di euro di ricavi consolidati (da 500,3 milioni nel 2015), 103,3 milioni di ebitda (da 100,7 milioni), una perdita netta di 4,7 milioni (da 3,7 milioni) e un debito finanziario netto di 497,6 milioni (da 514,8 milioni). Lo scorso novembre Guala ha quotato 510 milioni di euro di bond all’Extra Mot Pro di Borsa Italiana i cui proventi sono stati utilizzati per finanziare il riacquisto dei due precedenti bond in circolazione (per un totale nominale di 475 milioni) e rimborsare parte della linea revolving da 75 milioni.
Intanto è in pieno svolgimento un’affollata asta per il passaggio del controllo del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). Si dice che i fondi azionisti vogliano valorizzare la società oltre un miliardo di euro, sulla base di multipli di 9-11 volte l’ebitda atteso per il 2017, visto a 110 milioni.
Gli advisor di Guala, Credit Suisse e Barclays, nei giorni scorsi hanno stilato una short-list tra i pretendenti che si dice includa la cordata Edizione Holding- Goldman Sachs, il private equity francese Astorg, Amcor Corporation e Onex Corporation. Manifestazioni di interesse erano arrivate anche da parecchi altri fondi di private equity come Blackstone, Clayton Dubilier & Rice, Advent, Kkr, Apollo e Tpg.
Guala Closures era stata quotata a Piazza Affari nel novembre 2005 e poi delistata nel 2008 a seguito di un’opa lanciata da un veicolo che faceva capo a Dljmb Overseas Partners IV, fondo di private equity gestito da Dlj Merchant Banking, allora indirettamente controllato da Credit Suisse Group (si veda la Reuters di allora) e dal 2014 casa di investimento indipendente ribattezzata aPriori Capital Partners dopo lo spin-off delle attività di private equity da Credit Suisse.
Come spiegato diffusamente nella trimestrale a marzo 2015, Intesa Sanpaolo a sua volta aveva acquistato una partecipazione nel capitale della holding GCL Holdings sarl (controllante di GCL Holdings sca) pari al 20%, ma l’aveva poi trasferita nell’aprile 2015 al veicolo Melville srl, il quale a sua volta è stato acquistato per il 72% da NB Reinassance Partners Holdings sarl, il nuovo fondo di private equity sponsorizzato da Intesa Sanpaolo e Neuberger Berman (si veda altro articolo di BeBeez). A oggi Melville controlla il 19,6% di GCL Holdings sca, mentre i fondi che fanno capo ad aPriori Capital Partners controllano il 58% di GCL Holdings sca tramite il 35,4% di GCL Holdings sarl.