Punta a un extrarendimento particolare il fondo Agrifood One, il primo fondo con focus sulla filiera agroalimentare lanciato da Garnell sgr, che ha lanciato la raccolta lo scorso novembre e punta ad annunciare il primo closing a 40 milioni di euro entro il primo semestre 2018 su un target complessivo di 60-80 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
L’extrarendimento in questione per Agrifood One arriverà grazie a una selezione preventiva delle società target condotta utilizzando anche il filtro proposto dal progetto Metrics, nato dalla collaborazione tra Garnell sgr e Fondazione Università Ca’ Foscari, per elaborare un metodo di valutazione trasparente e sintetico degli impatti ambientali, sociali e di buon governo delle pmi oggetto dell’investimento. Si tratta di uno strumento in più a supporto del management di Agrifood One nella selezione dei target, oltre alla consulenza di Slow Food, che affiancherà il fondo sia nella scelta delle aziende nelle quali investire sia nel supporto allo sviluppo del loro business, una volta entrate nel portafoglio del fondo (scarica qui il comunicato stampa).
Il progetto Metrics è stato annunciato nei giorni scorsi da Chiara Mio, docente del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia, e da Filippo La Scala, ceo e fondatore dell’sgr, partecipata da un gruppo di altri investitori tutti professionisti e già soci di La Scala in Garnell srl, la società di consulenza e investment management con la quale La Scala sinora ha operato a fianco di imprese, imprenditori e investitori istituzionali per operazioni di finanza straordinaria anche nel settore energy.
La partnership prevede lo sviluppo di un set di indicatori che consentano di misurare i benefici non monetari degli investimenti nell’economia reale, valutando la loro sostenibilità economica, ambientale e sociale, con una particolare attenzione alle ricadute dirette sul territorio.
Mio ha spiegato che “il progetto individua metriche e indicatori sintetici, affidabili e facilmente gestibili e comprensibili anche dal cliente finale, in grado di fornire una valutazione qualitativa e quantitativa della sostenibilità economica, ambientale e sociale degli investimenti. La metodologia di misurazione è stata sviluppata a partire da una modellizzazione teorica che è stata anche sperimentata empiricamente in casi aziendali di PMI. La valutazione degli impatti è condizione imprescindibile al fine dello sviluppo trasparente del social impact investing, che mira a misurare la long term value creation, cioè la capacità dell’impresa di creare valore per tutti nel lungo termine.
“Grazie al progetto Metrics potremo rendicontare in modo sistematico le performance non economiche delle imprese (target degli investimenti) e la loro evoluzione, contribuendo allo sviluppo di una cultura imprenditoriale attenta ai criteri ESG (Environmental, Social and Governance) che sia inclusiva e non esclusiva”, ha dichiarato La Scala, aggiungendo: “Attraverso approcci innovativi, utilizzando metriche semplici, di facile comprensione e calcolo, saremo in grado di coinvolgere tutte quelle imprese che per struttura, dimensione, articolazione dei dati aziendali, hanno rinunciato a intraprendere un percorso ESG, a essere considerate best in class, o anche ad aderire a protocolli internazionali. Vogliamo infatti promuovere la diffusione di best practice presso le piccole e medie imprese (nerbo dell’economia reale italiana) che non dispongono delle risorse manageriali ed economiche per adottare criteri e strumenti di misurazione degli approcci classici ESG, favorendo lo sviluppo di vantaggi competitivi anche presso queste aziende”.