Mercoledì 24 gennaio 2018 alle ore 18 si inaugura la mostra “Umberto Lilloni, genesi di un’opera” realizzata dallo Studio Bolzani, in collaborazione con la Galleria Schubert. Umberto Lilloni (wikipedia) (Milano, 1º marzo 1898 – Milano, 15 giugno 1980) fu noto per essere tra i maggiori esponenti del chiarismo lombardo. La luminosità e la delicatezza cromatica caratterizzano i suoi dipinti, prevalentemente paesaggi. Una componente minore della sua pittura è costituita da una tendenza alla stilizzazione dei tratti usati nel descrivere la vegetazione, non dissimile dagli stilemi dell’arte giapponese, con cui Lilloni potrebbe essere venuto in contatto nella frequentazione della Caffè Mokador, luogo di ritrovo della cerchia di Persico, in cui circolavano frequentemente stampe orientali. Umberto Lilloni riposa al Cimitero Monumentale di Milano. La mostra, incentrata sul dipinto “Studio per l’estate”, vuole illustrare il “modus operandi” del maestro del Chiarismo Lombardo. Il grande dipinto viene esposto con una serie di disegni e studi che tracciano il percorso creativo che progressivamente porta all’opera finita. Per quanto Lilloni fosse un pittore avvezzo a stendere il colore “di prima”, senza riprese successive cioè, quando doveva affrontare la figura o le architetture faceva precedere il dipinto da una serie di “appunti” disegnati. Gli schizzi nella loro sequenza, rapidi e decisi, ci portano nel mondo interiore dell’artista. Essi sono più vicini a quello “spirituale” che c’è nel contenuto artistico del dipinto, scevri come la materia dei sogni dalle mediazioni tecniche che la tela impone. A corollario della mostra saranno esposte anche alcuni paesaggi e vedute milanesi, che aiuteranno lo spettatore a completare la conoscenza di un artista di inizio secolo, alfiere della cultura milanese.
Studio Bolzani, Galleria Strasburgo 3, 20121 Milano info 02 76001335 studiobolzani@libero.it
Vernice: mercoledì 24 gennaio ore 18
Apertura: da martedi a sabato delle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19 Fino al 15 febbraio
Le due opere qui visibili sono, dall’alto, “Paesaggio di Lavagna” e “Fuga in Egitto”, entrambe facenti parte della collezione della Fondazione Cariplo.