L’Elite Basket Bond è appena stato portato sul mercato, ma il team della società controllata da Borsa Italiana sta già lavorando al prossimo passo. Sulla falsariga dell’esperimento di questa prima cartolarizzazione di minibond con caratteristiche simili emessi contemporaneamente da società appartenenti alla community di Elite, infatti, è allo studio la cartolarizzazione di crediti commerciali vantati da pmi Elite, che verrebbero acquistati da un veicolo ad hoc su base revolving, impacchettati in titoli asset-backed e collocati tra gli investitori istituzionali, così come è accaduto per l’Elite Basket Bond. E questo con l’obiettivo di supportare il circolante delle pmi, riducendone l’indebitamento finanziario netto.
Lo ha annunciato ieri Massimiliano Lagreca, Head of Elite Club Deal, in occasione del suo intervento alla giornata celebrativa del primo Elite Basket Bond, alla quale hanno partecipato anche Vincenzo Boccia (Presidente Confindustria), Fabio Gallia (amministratore delegato Cassa Depositi e Prestiti), Enrico Marchi (Presidente Banca Finint), Dario Scannapieco (vicepresidente Bei) e Fabrizio Pagani (capo della segreteria tecnica del Ministro dell’Economia e delle Finanze).
Come noto questo primo Elite Basket Bond, che è stato emesso per 122 milioni, il risultato della cartolarizzazione di minibond di 10 pmi emittenti e cioé Damiano, Irritec, L. Molteni & C. dei F.lli Alitti, M.E.P. Macchine Elettroniche Piegatrici, Objectway Group, Officine Metallurgiche G. Cornaglia, Peuterey, Radio Dimensione Suono, Svas Biosana e Tecnocap. Alcune di queste società sono alla loro prima emissione di minibond, mentre altre avevano già quotato titoli di debito privato.
Le obbligazioni sono state interamente sottoscritte da uno special purpose vehicle (spv) battezzato EBB srl, che ha emesso un’unica tipologia di titoli di ammontare pari alla somma dei singoli strumenti. I titoli sono stati sottoscritti per la maggior parte (circa 100 milioni) dalla Banca Europea degli Investimenti (Bei) e dalla Cdp, che hanno svolto un processo di due diligence e sottoscritto rispettivamente il 50% e il 33% dell’ammontare complessivo dell’emissione, mentre il resto è stato sottoscritto da una serie di altri investitori professionali fra cui Banca Ifis e fondi gestiti da Zenit sgr.
L’operazione è stata strutturata con il supporto di Banca Finint, che aveva già portato sul mercato due operazioni analoghe sulla basedi minibond emessi da aziende membre del consorzio di utility venete Viveracqua. Securitisation Services (gruppo Finint) opera in qualità di servicer, calculation agent e rappresentante portatore dei titoli. Advisor legale degli emittenti è stato Grimaldi Studio Legale, mentre legale dell’operazione è stato lo Studio Legale RCC. Advisor di Bei e Cdp, invece, è stato BonelliErede.
Quanto al basket di trade receivables, non sono stati forniti i tempi relativi al lancio della prima operazione e nemmeno un nome definitivo del nuovo strumento. Quello che è chiaro, invece, è appunto come funzionerebbe. In sostanza si tratta di un tipo di operazione che è ormai già parecchio rodata all’estero e che di cui in Italia sinora l’unico importatore è stato Credimi, la piattaforma di invoice trading fondata da Ignazio Rocco di Torrepadula, con la differenza che Credimi a sua volta è un investitore nei titoli derivanti dalla cartolarizzazione delle fatture che vengono acquistate sulla piattaforma e poi cartolarizzate e tenuto conto del fatto che, nel caso di Credimi, gli investitori istituzionali che acquistano i titoli su base revolving sono già stati identificati a monte. Come noto si tratta di Anima sgr, Anthilia Capital Partners sgr, BG Fund Management Luxembourg sa (gruppo Banca Generali) e Tikehau Capital, che lo scorso ottobre hanno rinnovato l’impegno di investimento sul business portato dalla piattaforma per ulteriori 25 milioni, portando così il totale degli impegni a 72,5 milioni.