“Percorsi”
Inaugurazione, giovedì 15 febbraio, ore 19
15 febbraio – 3 marzo 2018
Dopo il 2004 e il 2012, Paola Margherita inaugura la sua terza mostra personale dal titolo “Percorsi” alla Galleria Rubin a Milano in via Santa Marta al numero 10. L’artista propone una selezione di opere plastiche e grafiche, in un vivace alternarsi di materiali e soggetti tra loro eterogenei, grazie ai quali variamente si declina la sentita relazione che intercorre tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda. Questo rapporto, è simboleggiato in primo luogo nelle sculture in alluminio dedicate al tema del parkour, sport metropolitano nato in Francia sul finire del secolo scorso. Gli sguardi serrati e i volti espressivi degli acrobati che lo praticano, moderni “pionieri della città”, sembrano rivelare la filosofia dell’artista, che si traduce in un invito a esplorare e comprendere il mondo da punti di vista differenti. Il percorso espositivo porta successivamente il visitatore a immergersi in una dimensione lirica e al contempo tragica, testimoniando il legame antico e potente che unisce gli abitanti della sua terra a una realtà piena di contraddizioni. All’ombra del Vesuvio, gigante dal sonno irrequieto, l’esistenza trascorre secondo i ritmi arcaici di una terra ricca di storia e tradizione, mentre la natura del luogo assorbe il vissuto umano, dai reperti romani del lago di Averno ai fatiscenti fabbricati siderurgici: nulla si cancella, tutto si rimescola in un costante divenire. Paola Margherita trova nel mare il soggetto che meglio sublima l’essenza del suo mondo. Il ripetitivo infrangersi delle onde sulla costa, l’incresparsi della superficie d’acqua, ora lucente come alluminio, ora irrequieta come la carta cucita, invadono lo spazio circostante, a cominciare da un semplice bassorilievo, fino a solidi molto movimentati. L’’osservatore è spinto, infine, all’incontro con un vasto gregge di pecore. “L’idea di disegnare un gregge di pecore è un pensiero che affiora in me ciclicamente”, afferma Paola Margherita; la mandria è un’entità collettiva, che, come il mare, si mantiene in costante movimento e allo stesso tempo copre come un candido manto il paesaggio, ridisegnandolo mentre lo attraversa. I ritmi arcaici che scandiscono la vita degli animali e dei loro custodi, la sensazione di tepore che i corpi delle pecore trasmettono, l’odore della lana e il suo fruscio convergono in un’esperienza percettiva ed emotiva coinvolgente e primitiva, che l’artista rievoca per l’osservatore attraverso le linee fluide del suo monumentale disegno a matita.