Per la sua mostra al Palais de Tokyo, Massinissa Selmani ha seguito le orme di Louise Michel dall’Algeria alla Nuova Caledonia, dove questa figura leggendaria dell’anarchismo è stato deportato 1873-1880, dopo la sconfitta della Comune Parigi. Lei non solo parteggiava per i Kanak, ma ha sostenuto la rivolta, con anche algerini che erano stati mandati in prigione nel marzo 1871, dopo le rivolte in Cabilia. Da questo incontro, Louise Michel fece amicizia con gli algerini deportati e promise di visitarli. Tra ottobre e dicembre 1904, pochi mesi prima della sua morte, ha iniziato questo viaggio in Algeria, dove ha dato molte conferenze che denunciavano la religione, il militarismo e la violenza coloniale. Ispirato da questo poco conosciuto episodio storico, Massinissa Selmani esegue l’installazione, in cui, se il disegno è onnipresente, trabocca la voglia di riempire lo spazio in varie forme. L’artista estende inoltre le sue domande al contesto attuale, alla diffusione della rivolta e al posizionamento “di fronte al dolore degli altri”, secondo l’espressione di Susan Sontag. La mostra illustra compiutamente il lavoro sperimentale di Massinissa Selmani intorno al disegno, combinando un approccio documentaristico a costruzioni fittizie, prendendo come punto di partenza le notizie politiche e sociali da ritagli di giornale. Massinissa Selmani crea scene enigmatiche e ambigue che dimostrano l’assurdità del comportamento che va ad utilizzare l’architettura come strumento di potere.
Commissario : Yoann Gourmel
Massinissa Selmani è nato nel 1980 ad Algeri, vive a Tours. Dopo aver studiato informatica in Algeria, Massinissa Selmani è entrato a far parte dell’École supérieure des beaux-arts di Tours. L’artista, il cui lavoro è stato acclamato da una menzione speciale della giuria alla 56a Biennale di Venezia del 2015, ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Francia e all’estero. Vincitrice del Premio Art Collector e SAM Prize for Contemporary Art nel 2016, Massinissa Selmani è stata esposta nel 2017 alla 13a Biennale di Sharjah, alla Biennale di Architettura di Orleans (Frac Center), alla Biennale del Disegno (Londra) e nel 2015 alla prima Triennale di Vendôme, alla Biennale di Dakar e alla 13a Biennale di Lione. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private tra cui quelle del Museo Nazionale di Arte Moderna, Centre Pompidou (Parigi), il Museo di Arte Contemporanea di Lione, il Centro Frac (Orleans) o la Samdani Art Foundation (Bangladesh ).