FERRUCCIO GARD. INTRECCI DINAMICI
11 maggio – 15 luglio 2018
Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti decorative,
il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX
Roma, via Boncompagni, 18
LUCE-SPAZIO-COLORE
Gli intrecci dinamici di Ferruccio Gard
Lorenzo Canova
Un dialogo tra collezioni di abiti, gioielli, dipinti e sculture, un incontro all’insegna della visione rigorosa del colore e della forma, della progettazione visiva e oggettuale: la mostra Intrecci dinamici nasce come un confronto rispettoso e attivo tra le collezioni e gli spazi del Museo Boncompagni Ludovisi di Roma e l’arte di Ferruccio Gard, uno dei protagonisti della linea Optical-cinetica italiana, che espone una selezione serratissima della sua ultima produzione pittorica e scultorea. In un percorso affascinante tra le diverse sale del museo, le opere di Gard entrano infatti in un affascinante rapporto diretto con le opere di molti maestri storici come, ad esempio, Giorgio de Chirico, Galileo Chini, Duilio Cambellotti, Giacomo Balla, Enrico Prampolini.
Il gioco di parole del titolo evidenzia dunque il doppio registro della mostra, che passa dagli intrecci dei tessuti d’artista esposti nel museo, agli intrecci percettivi e costruttivisti della pittura di Gard, ai tagli vibranti di luce e di colore che compongono una propria realtà al di là della riproduzione del reale, un mondo parallelo che accompagna lo spettatore nel proprio labirinto percettivo di pulsazioni cromatiche, di piani spaziali e cinetici.
Gard, che ha esposto in diverse edizioni della Biennale di Venezia e in molti musei italiani e internazionali, è riconosciuto non a caso come uno dei maestri e dei precursori delle ricerche Optical-cinetiche internazionali e vanta una vasta letteratura critica che comprende storici dell’arte, critici d’arte, artisti e scrittori come Giuseppe Marchiori, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, Pierre Restany, Jorge Amado, Luciano Caramel, Piero Dorazio, Gabriella Belli, Achille Bonito Oliva, Renato Barilli, Luca Massimo Barbero, Beatrice Buscaroli, Claudio Cerritelli, Giovanni Granzotto, Tommaso Trini, Paolo Ruffilli, Virgilio Guidi, Andrea Zanzotto, in un’ampiezza di riconoscimenti che lo rendono sicuramente uno degli autori di maggiore interesse della sua generazione.
Le opere di Gard, nella loro tessitura aniconica di geometrie e di intersezioni cromatiche, appaiono così particolarmente efficaci per creare un legame diretto e forte con le collezioni del museo che presentano capolavori in cui ha preso forma concreta l’espansione delle arti visive verso la moda e il design dell’abito. Questo accostamento, tuttavia, si declina non in senso decorativo, ma in una prospettiva pienamente e rigorosamente progettuale, con un collegamento profondo con le origini delle esperienze astratte e di avanguardia del Novecento, e in questo senso si chiariscono bene le parole di Gard che ha dichiarato: «Il colore per me non è colorazione. È produzione, non riproduzione».
Il lavoro di Gard si inserisce pertanto a pieno titolo in quella linea nobile dell’arte italiana e internazionale che parte dal Futurismo (e in particolare da Giacomo Balla) dove le ricerche sull’arte astratta e sulla geometrizzazione della pittura si sono coniugate alle prime esperienze cinetiche.
Per sottolineare il valore di questa mostra all’interno del Museo Boncompagni Ludovisi, va ricordato anche che, non a caso, questa stessa linea di ricerca si è aperta anche all’ideazione di abiti nella volontà di far sconfinare le arti nello spazio reale della vita (come hanno fatto ad esempio lo stesso Giacomo Balla e Fortunato Depero), allargandosi a esperienze internazionali legate al cubismo e al dadaismo, come è ad esempio successo con le opere di Robert e Sonia Delaunay o di Jean Arp e Sophie-Taeuber Arp.
Per questa mostra Gard presenta dunque tre diversi aspetti della sua opera: i quadri Optical-cinetici, quelli più liberamente astratti e le sue nuovissime sculture in cui gioca con la luce, il colore, la trasparenza e l’ambiente. Si veda il comunicato ufficiale.
Dall’alto:
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